
Al Senato la vicepresidente Castellone chiede di riunire l’organo che decide sulle erogazioni
Lorenzo giarelli
Non sarà certo facile convincere il centrodestra a tornare indietro sui vitalizi, puntualmente erogati dal Parlamento pure ai condannati per mafia (come per tutti gli altri reati). Ma il Movimento 5 Stelle vuole stanare il presidente del Senato Ignazio La Russa e la maggioranza: se ritengono che sia stato giusto restituire gli assegni ai pregiudicati, devono assumersene la responsabilità anche nelle sedi istituzionali.
Per questo ieri la vicepresidente del Senato M5S, Mariolina Castellone, ha scritto a La Russa per chiedere la convocazione urgente del Consiglio di presidenza per discutere proprio delle erogazioni agli ex eletti.
Il caso è tornato centrale nei giorni scorsi, quando il Fatto ha rivelato che negli elenchi dei beneficiari degli assegni di Palazzo Madama figura Antonio D’Alì, forzista condannato in via definitiva un mese fa a 6 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e attualmente in carcere, a cui lo Stato corrisponde 9 mila euro lordi mensili. Nel 2015, l’allora presidente del Senato Piero Grasso aveva firmato una delibera per togliere il vitalizio ai condannati per alcuni reati gravi, ma nel 2021 gli organi interni di Palazzo Madama hanno scelto il dietrofront accogliendo il ricorso di Roberto Formigoni, a sua volta condannato per corruzione. Giacomo Caliendo, presidente berlusconiano della Commissione contenziosa nella scorsa legislatura, aveva assicurato che le limitazioni sarebbero rimaste in vigore almeno per i reati di mafia e terrorismo, ma alla fine il Senato – il presidente dell’organo di secondo grado era Luigi Vitali, un altro forzista – ha deciso di far cadere ogni paletto. E se oggi appare proibitivo tornare alla delibera Grasso, stante un centrodestra che finora ha fatto le barricate in difesa dei vitalizi, i 5 Stelle proveranno almeno a imporre lo stop per chi è stato giudicato colluso con la criminalità organizzata.
Da giorni La Russa tentenna di fronte alle richieste del Fatto, ma ai 5 Stelle dovrà dare una risposta. Castellone ha chiesto infatti di riunire il Consiglio di presidenza perché è quello l’organo da cui, eventualmente, potrebbe partire una modifica alle regole di erogazione: “In un momento storico come questo – dice al Fatto la senatrice M5S – con una grave difficoltà economica, è ancora più anacronistico vedere ex condannati percepire il vitalizio. Un’istituzione come il Senato dovrebbe essere da esempio sulla tutela della legalità”.
La strada, seppur impervia, è quella appunto di convincere i colleghi del Consiglio di presidenza, di cui oltre a La Russa e Castellone fanno parte Gian Marco Centinaio, Maurizio Gasparri e Anna Rossomando (vice-presidenti del Senato); i questori Marco Meloni, Gaetano Nastri e Antonio De Poli; i segretari Antonio Iannone, Erika Stefani, Marco Silvestroni, Gianpietro Maffoni, Pietro Lorefice, Andrea Paganella, Marco Croatti e Valeria Valente. “Nel 2015 la delibera Grasso fu promossa anche grazie all’iniziativa della nostra questore Laura Bottici – rivendica Castellone – dunque, allo stesso modo, vogliamo che oggi si apra una discussione sul tema dei vitalizi”.
