IL MODELLO ISPIRA IL PIANO AZIENDALE. RIGUARDA RADIOLOGIA, ONCOLOGIA, LABORATORIO, DONNA-BAMBINO, RIABILITAZIONE, AREA TECNICA E NEUROSCIENZE
Claudio Donzella
Prendono forma i dipartimenti interaziendali tra le Asl di Imperia e Savona – nessuna fusione tra le due aziende, come alcune letture forzate hanno invece lasciato intendere –, per migliorare l’organizzazione in tutta la Riviera ligure di Ponente, e soprattutto affrontare le gravi carenze di personale, cercando di rispondere alle richieste dei cittadini, a cominciare dalle liste di attesa per visite, esami specialistici e interventi chirurgici. Ma c’è da garantire, con l’interscambio di personale, anche il semplice funzionamento ordinario dei reparti e dei servizi sul territorio.
La strada più volte annunciata dal direttore generale dell’Asl 1 Luca Stucchi, anche nel primo incontro con i sindaci, e nel Savonese dal sua collega Marco Damonte Prioli (che fino al gennaio 2021 aveva guidato la sanità imperiese), si è ora tradotta nel Poa (il Processo organizzativo aziendale), il documento programmatico che in questi giorni sarà trasmesso ad Alisa, l’ente regionale che coordina e soprintende, per la sua approvazione.
Nello schema del piano figura la costituzione di sette dipartimenti interaziendali. Sono quelli di Radiologia, Oncologia, Laboratorio (che comprende Patologia clinica, Immunoematologia e Medicina trasfusionale), Donna-Bambino (Ostetricia e Ginecologia, Pediatria e Neonatologia), Riabilitazione (Recupero e rieducazione funzionale, Unità spinale del Santa Corona), Area tecnica (Interventi strutturali come nuovi ospedali, fondi Pnrr, Ingegneria clinica, Patrimonio) e Neuroscienze (Neurologia, Neuroriabilitazione, Neuroradiologia, Terapia del dolore, Unità spinale del Santa Corona). Si aggiungono a quello già impostato per il Sistema informativo e al Farmaco del Ponente.
Il direttore generale Stucchi ha già avuto modo di spiegare la sua filosofia, d’intesa con l’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola e il presidente Toti: «Oggi non ha più senso pensare a risposte territoriali e ospedaliere di 30 anni fa. La rete sanitaria è da rivedere, le scelte nazionali del passato hanno prodotto il picco dei pensionamenti tra i medici, ne vedremo gli effetti per almeno altri 5 anni; il Covid ha aggravato la situazione, molti hanno scelto le dimissioni per andare a lavorare nel privato, nelle coop, che pagano di più del pubblico. I concorsi per assumere sono ormai inefficaci perché vanno quasi sempre deserti». I numeri dicono che dal marzo 2019 al marzo 2022 l’Asl 1 ha perso 49 medici (da 386 a 337) perché se ne sono andati in 95 e si è riusciti ad assumerne soltanto una quarantina.
Nella logica interaziendale rientra anche il piano che prevede un Punto nascita al Santa Corona e uno a Sanremo, unico per la provincia di Imperia. Si rafforza inoltre la sinergia con Genova: già l’Urologia di Imperia è stata legata al Galliera, che porta gli specialisti a operare qui. —

