PROBLEMI DI ORGANICO A SAVONA E IMPERIA

Luisa Barberis
Savona
La crisi investe anche gli infermieri. La graduatoria emersa dal maxiconcorso di Alisa per permettere l’assunzione di nuovi infermieri è già terminata, ma non è stato coperto il fabbisogno sia nell’Asl Savonese sia in quella di Imperia. Il risultato è una corsa contro al tempo, che ora vedrà in prima linea le due aziende sanitarie per colmare le carenze di organico.
«Alisa e la Regione ci hanno già autorizzato a bandire un nuovo concorso in modo da poter avere un’altra graduatoria e continuare con le assunzioni – spiega il direttore generale dell’Asl, Marco Damonte Prioli -. Proprio in questi giorni stiamo definendo i vari passaggi. In base alla precedente graduatoria erano destinati al savonese ben 160 posti: hanno già sottoscritto il contratto a tempo indeterminato 126 infermieri, altri 20 firmeranno a breve. Mancano ancora 14 unità, che verranno assunte non appena sarà avviata la nuova procedura e sarà disponibile quella graduatoria. Metteremo a bando più di 150 posti, pertanto molti inconvenienti verranno presto risolti». I sindacati lamentano una mancanza di almeno 70 figure nell’Asl savonese.
«Il problema è che anche questo nuovo concorso potrebbe non essere risolutivo – spiega Giovanni Oliveri, Cisl – A novembre l’Asl ha fatto una prima chiamata per assunzioni a tempo determinato, che ha permesso di inserire in organico i neolaureati di novembre. Ora questa procedura in partenza consentirà di stabilizzare alcune persone, ma rischia di non attrarre figure nuove che invece servono per colmare la carenza di personale, perché a partecipare saranno in gran parte coloro che già sono stati assunti per pochi mesi. A questo punto bisogna ripensare i numeri di accesso all’Università sia per infermieri sia per tecnici, per esempio di radiologia e laboratorio». Massimo Scaletta, rsu Cgil, parla di una situazione paradossale, quasi “una crisi di vocazione” degli infermieri: «Gli anni del Covid sono stati duri e hanno spaventato le persone, c’è chi per il burn out o vari motivi lascia la professione, ma poi non c’è il ricambio generazionale, perché i giovani preferiscono fare altro. Per invertire la rotta occorre valorizzare gli infermieri, soprattutto economicamente e con contratti adeguati. La situazione è grave anche per quanto riguarda la carenza di oss, tecnici. Siamo di fronte quasi a una “crisi di vocazione”».
Anche Roberta Rapetti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche punta sulla valorizzazione degli infermieri: «Bisogna ragionare sull’attrattività della professione, che va potenziata dal punto di vista economico, per l’impegno, le competenze, l’autonomia e le responsabilità che il ruolo richiede. In epoca Covid era arrivato anche un riconoscimento d’immagine per il grande lavoro degli infermieri, poi è tutto finito. Serve equilibrio. Quello dell’infermiere è un lavoro molto ricercato: i giovani vengono assunti appena si laureano, ma la carriera va riconosciuta con un contratto adeguato, uno stipendio congruo all’impegno. C’è bisogno di tutti, dall’infermiere generalista a quello altamente specializzato».