gino fortunato
novi ligure (alessandria)
Portata al Pronto soccorso con seri problemi respiratori («87 di saturazione», secondo i familiari), una donna di 76 anni è stata dimessa con il semplice suggerimento di un ciclo di aerosol e di una visita da uno pneumologo specializzato: invece, è morta poche ore dopo il rientro a casa.
È accaduto a Novi Ligure, in provincia di Alessandria. La vittima è Rosaria Speranza, residente a Genova, che si trovava a Borghetto Borbera, piccolo centro del Basso Piemonte. Chi l’ha visitata è una dottoressa cosiddetta «gettonista», dirottata all’ospedale San Giacomo da una cooperativa (la Amaltea di Vercelli) che garantisce la copertura dei servizi di medicina.
Cosa sia accaduto al Pronto soccorso non è ancora chiaro: dopo la visita e un elettrocardiogramma, c’è chi afferma che le dimissioni siano avvenute su richiesta esplicita della paziente, ipotesi respinta fermamente dai familiari della vittima, che avevano constatato le condizioni di sofferenza al momento della chiamata al 118. Ciò che destato non poco stupore è che a visitare l’anziana sia stata una dottoressa, M.B. di 37 anni, che aveva la piena qualifica per trovarsi a ricoprire quel ruolo, ma che si occupa prevalentemente di medicina estetica, non di interventi di urgenza e di primissima necessità. Il medico ora indagato lavorerebbe con contratto a tempo determinato all’Asl di Cosenza e, oltre a svolgere la professione a lei più consona, fa anche la spola dalla Calabria al Piemonte, ingaggiata dalla cooperativa che inserisce medici a cottimo in vari Dea del Nord Italia. L’Asl-Al rimarca che è stata avviata un’indagine interna per verificare eventuali responsabilità, M.B. si difende, sostenendo di non aver commesso alcun errore nella diagnosi. Sull’episodio indaga la Procura di Alessandria. —