
Campagna questione morale, i 5s pensano a un evento
Luca De Carolis
La resurrezione dei giallorosa sembrava cosa fatta: almeno lì, nel Nord. E invece no, o almeno non ancora. “In Lombardia gli iscritti hanno detto sì all’accordo di coalizione sul programma, ma ora parleremo del tema del candidato” dice Giuseppe Conte al Fatto, uscendo all’ora di pranzo da un incontro pubblico a Roma in vista delle Regionali. L’ex premier ha appena arringato una sala a Spinaceto, nella periferia Sud, colma di ex eletti e militanti soprattutto dell’ex sinistra radicale, radunati da Coordinamento 2050, la “rete” messa in piedi da Stefano Fassina, Loredana De Petris e Alfonso Pecoraro Scanio. A loro ha rivolto un discorso durissimo sulla “questione morale”, rievocando Enrico Berlinguer. Sa che quelle due parole sono tornate centrali per effetto del Qatargate. Uno scandalo che ha addentato anche il Pd, tale da spingere Conte a rimettere in discussione i contorni dell’alleanza con i dem in Lombardia, proprio quell’accordo benedetto poche ore fa dagli iscritti grillini locali con il 64 per cento di sì sul web. Nonostante quei numeri, ora l’avvocato medita se accettare come candidato alle Regionali il nome già lanciato dai dem, l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino. E di sicuro chiederà “garanzie” al Pd e a allo stesso Majorino, innanzitutto sulle liste da presentare per le urne di febbraio.
Già venerdì, a votazione in corso, Conte si era consultato con alcuni big sull’ipotesi di chiedere “un nome terzo” per il Pirellone. L’avvocato teme il dilatarsi del caso, nel Parlamento europeo dove siede anche Majorino. E nei guai del Pd vede una possibile prateria politica per il Movimento, “che ha fatto della questione morale la premessa di ogni sua azione, da sempre” come rivendica nel teatro di Spinaceto. Così per motivare lo strappo con i democratici nel Lazio rievoca l’ormai noto casus belli dell’inceneritore di Roma: “È una follia, e imporre il sindaco Gualtieri come commissario ai rifiuti per realizzarlo è stato un atto autoritario”. Ma poi scende in picchiata sul candidato dem, l’assessore uscente alla Salute Alessio D’Amato: “Non posso accettare come candidato alla Regione una persona che deve alla Regione quasi 300mila euro, una somma accertata dai magistrati contabili”. È la conferma che Conte da qui alle prossime settimane farà di tutto per rimarcare la “diversità” del Movimento. Un tema su cui i 5Stelle valutano di tenere un evento nazionale, a stretto giro. Ma nell’attesa, che si fa in Lombardia? Conte ai suoi ha rimarcato che “gli iscritti hanno detto sì all’accordo con il Pd sui programmi, non sul candidato”. Come a dire che su Majorino deve ancora arrivare il placet del M5S, cioè il suo. Ma è evidente che un no all’eurodeputato farebbe saltare il banco in Lombardia. Eventualità che preoccupa alcuni big grillini, “perché ormai abbiamo fatto il voto online e molti dei nostri non capirebbero”. Ergo, vorrebbero insistere su Majorino, antico fautore dell’alleanza tra Pd e Movimento. Non solo. “Dai controlli – fanno notare fonti a 5Stelle – è emerso come lui sia stato sempre irreprensibile nelle votazioni sul Qatar”.
Una circostanza riscontrata anche dal Fatto in un articolo di due giorni fa. Così ora Conte chiederà ai dem un passaggio condiviso sul nome dell’eurodeputato. Ma sembra complicatissimo atterrare su ipotesi alternative, pena l’inabissarsi dell’accordo. Un finale che certo non dispiacerebbe all’ala ex renziana del Pd. Con il deputato lombardo Enrico Borghi che infierisce su Conte per il suo attacco a D’Amato: “L’ex premier è garantista solo con congiunti o amici da lui nominati”. E anche l’ex assessore risponde a Conte: “Fa l’avvocato del popolo a senso unico, si tratta di fatti risalenti a 16 anni fa”. In questo quadro, a margine dell’assemblea romano l’avvocato scandisce: “Nel Lazio non c’è possibilità di accordo con il Pd. E il campo largo non è mai esistito”. Tradotto, mai con Renzi e Calenda. Però resta il fatto che Conte non ha ancora un nome da candidare per la Regione, dove Coordinamento 2050 è pronto a sostenere il M5S con una propria lista, nella quale dovrebbe confluire anche Sinistra Italiana. “C’è un’interlocuzione forte con il M5S” conferma il coordinatore regionale di Si, Massimo Cervellini.
