IERI LA POLIZIA HA INDIVIDUATO IL 27ENNE, DISOCCUPATO DI SIRACUSA, CHE INTIMIDIVA MELONI ONLINE: “ERO ARRABBIATO PERCHÉ NON VOLEVO PERDERE IL SUSSIDIO”

francesco grignetti
roma
Nascosto dietro un nome inventato, aveva investito Giorgia Meloni di minacce terribili, contro lei e contro la figlia via Twitter. Una su tutte: «Attenta che ti arriva un coltello in pancia a te e tua figlia, tu togli il reddito e io uccido tua figlia». L’uomo, 27 anni, siciliano di Rosolini (Siracusa), con qualche lontano precedente per droga, disoccupato, era letteralmente impazzito alla prospettiva di perdere il reddito di cittadinanza. La polizia postale lo ha individuato con facilità ed è indagato per violenza privata aggravata nei confronti della presidente del Consiglio.
Adesso si dice rammaricato. «È stato solo un momento di rabbia per la paura di perdere il reddito, non volevo fare del male a nessuno». Ma è il M5S, così schierato a difesa del reddito di cittadinanza, che finisce sotto accusa.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è abbastanza esplicito. «Serve un fronte comune – dice – contro chi alimenta un pericolosissimo clima di odio e di violenza ed è necessario il massimo impegno perché il confronto politico, pur nella differenza delle posizioni, rimanga sempre saldamente ancorato ai principi di reciproco rispetto».
In tutta evidenza Piantedosi ce l’ha con Giuseppe Conte. Perché è lui l’uomo accusato di aizzare troppo gli animi. «Fomentare rabbia sociale per raccattare qualche voto è pericoloso» attacca Giovanni Donzelli, FdI. Ancor più diretto è Fabio Rampelli: «Questo progressivo clima di tensione che tracima nell’insulto e nell’evocazione verbale di scenari da guerra civile, sta deteriorando la tenuta sociale. Invece di sobillare le folle, i leader dell’opposizione dovrebbero essere più cauti perché soffiare sul fuoco delle tensioni sociali create, non da noi, in questi anni rischia di produrre azioni». E ci mette il carico anche Licia Ronzulli, Forza Italia, contro chi potrebbe «armare le mani di questi folli che poi decidono di minacciare e spingersi oltre. Stanno armando, lo ripeto e lo rivendico». Il leader M5s capisce al volo che sotto attacco è la sua campagna in giro per l’Italia a difesa del reddito di cittadinanza. Replica che sono accuse ingiuste. «Invitiamo tutti a mantenere in un canale pacifico i segni di protesta. Non possono accusarci, in malafede, di alimentare queste minacce, che sono da condannare senza se e senza ma. Chi parla così, lo fa in modo strumentale e pretestuoso». Allo stesso tempo, Conte invita il governo a non sottovalutare i segnali di forte disagio economico. «Non scambiamo cause con effetti – dice –. C’è tanta sofferenza in giro, e tutto questo rischia di scatenare frustrazione e disperazione». —