Antonio Bravetti
Roma
Dice Matteo Salvini che «se uno vuole pagare con la carta di credito i due euro del caffè è solo un rompipalle». Giancarlo Giorgetti, che fa il ministro dell’Economia, «suggerisce di cambiare ristorante» se per un conto da 55 euro non si può pagare con la carta. Contraddizioni del governo sui pagamenti elettronici: il caffè in contanti, la cena con la carta. Una direzione, confusa, che Confindustria non apprezza. «L’aumento del tetto al contante e il Pos sopra i 60 euro – dice il presidente Carlo Bonomi – sono interventi che non abbiamo mai richiesto, riteniamo che non apportino neanche un punto di Pil potenziale, ma neanche qualche decimale, sono scelte elettorali».
La Corte dei conti va giù ancora più duro: sono misure «non coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr». Mentre le opposizioni se la prendono con Salvini e Giorgetti. Il primo accusato di «premiare evasori e furbetti»; il secondo di «approvare una norma con l’obiettivo di far fallire i ristoratori». Durante una pausa del processo Open Arms in cui è imputato a Palermo, Salvini prende un caffè che poi gli tornerà su per tutto il pomeriggio. «Sui 60 euro per i pagamenti elettronici io sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole. Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle. Io cerco di pagare solo in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat». La gita agli sportelli, insomma. Occorre ricordare che in meno di 10 anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. Cancellato uno sportello su tre. Sono calcoli della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) su dati della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021. Per non parlare dei 4 milioni di italiani senza banca, ovvero gli abitanti dei 3.062 comuni nei quali non sono più presenti filiali bancarie. Sono il 7% della popolazione.
Un’uscita infelice quella di Salvini. «Pago il caffè con il cellulare, sono un rompipalle col botto», ribatte sui social il sindaco di Milano Beppe Sala. «Chi paga il caffè col bancomat è una persona normale che non ha niente da nascondere», sottolinea il senatore dell’Alleanza Verdi Sinistra Peppe De Cristofaro, che accusa Salvini e il governo di «premiare evasori e furbetti». Quelle del leader della Lega «sono chiacchiere da bar», dice Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Iv alla Camera. «Questo governo di destra sul digitale sembra guardare più al passato che al futuro. A Londra il Pos viene utilizzato anche per le offerte per strada», fa presente il senatore Pd Francesco Boccia, che sollecita una «battaglia comune in Parlamento per azzerare le commissioni delle transazioni».
In mattinata, in audizione a Montecitorio sulla manovra, il ministro Giorgetti replica alla sollecitazione di un parlamentare: «Sul tema contante e del Pos, lei dice “mi toglie la libertà di pagare con la carta quando vado al ristorante e pago 55 euro”. Lei ha la libertà di cambiare ristorante, lo faccia e le suggerisco di farlo. Se tutti quelli che trovano un ristorante che non accetta lo facessero, tutti si doterebbero della macchinetta». Un ragionamento che per Luigi Marattin (Iv) fa molte pieghe: «Se capisco bene hanno fatto una norma per favorire i ristoratori che vogliono farsi pagare in contanti, ma con l’obiettivo poi di farli fallire. Geniale, devo ammetterlo». —