Lorenzo giarelli

“Majorino è un candidato possibile. Ma prima parliamo di programmi”. Giuseppe Conte apre al Pd verso le Regionali lombarde di febbraio. Lo fa collegato in conferenza stampa insieme ai consiglieri del Movimento, che da lui aspettavano da tempo un’indicazione rispetto alla possibile alleanza con i dem, in corsa con l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino. E quella di Conte è un’apertura netta, seppur condizionata alla condivisione – da parte del Pd e degli altri partiti di centrosinistra – di alcuni punti programmatici che i 5 Stelle ritengono “non negoziabili”. Nulla di divisivo o di irricevibile per il Pd, tutt’altro.
È il coordinatore regionale Dario Violi a snocciolare i temi: si va dalla tutela della sanità pubblica (riduzione delle liste d’attesa, rafforzamento della sanità territoriale) a una gestione “sostenibile” delle infrastrutture (manutenzione della viabilità esistente piuttosto che nuove cattedrali nel deserto), passando per la difesa dell’ambiente (superamento di alcuni inceneritori ormai desueti, contributi per le comunità energetiche), il sostegno al lavoro (vedi centri per l’impiego) e in particolare all’agricoltura.
Basi su cui si può trattare, purché “si parta da qui e non dai nomi”. Conte però non mette alcun veto su Majorino: “Non lo conosco personalmente, ma mi sono state date delle referenze di una persona in condizione di poter condividere buona parte dei nostri principi e valori”. E quindi “il tema del candidato per ora è da accantonare”, ma Majorino resta “possibile”, se il Pd si rende conto che il M5S “non può essere una succursale”.
Impossibile, per il Pd, aspettarsi un’apertura più netta di così. E infatti, poco dopo la conferenza, Majorino dimostra di aver apprezzato: “Dal M5S viene un buon contributo sul piano dei contenuti e una giusta volontà di confrontarsi sui temi prima che sulle persone. Mi pare, sinceramente, un buon approccio. Nel centrosinistra ci confronteremo sulle migliori strategie e scelte per dare alla Lombardia un governo diverso da quello palesemente inadeguato di Fontana”. Le migliori premesse per il dialogo, come peraltro nella coalizione auspicava da tempo Sinistra Italiana (un po’ meno Più Europa). Nei prossimi giorni, il confronto non sarà più soltanto a distanza.