“La stragrande maggioranza viene dai campi della Libia, ho visto i segni delle torture sui corpi”. Il governo in pressing sui paesi Ue per i ricollocamenti dei richiedenti asilo

Saul Caia e Alessandro Mantovani

La speranza del governo di Giorgia Meloni è di uscire dalla crisi aperta nel porto di Catania con un qualche impegno dei Paesi europei a intensificare i ricollocamenti dei richiedenti asilo che arrivano in Italia, come è già successo ai tempi di Matteo Salvini, sia pure con risultati irrisori. Ci sono oltre 200 persone sulle navi a cui il governo chiede di lasciare il porto etneo, 35 sulla “Humanity 1” della ong “Sos Humanity” con bandiera tedesca e 214 sulla “Geo Barents” di “Medici Senza Frontiere”, bandiera norvegese. Sono il cosiddetto “carico residuale” dopo lo “sbarco selettivo” di minori non accompagnati, nuclei familiari, donne incinte e persone ritenute dai medici della Sanità marittima (Usmaf) bisognose di cure immediate (144 dalla “Humanity 1” e 357 dalla “Geo Barents”).
I comandanti hanno rifiutato l’ordine di lasciare il porto, oggi gli avvocati delle Ong presentano ricorso al Tar del Lazio con richiesta di sospensiva urgente per farli sbarcare tutti. Tre dei “residuali” ieri si sono buttati in mare e sono rimasti a lungo sulla banchina del porto, chiuso ai giornalisti. Altri mostrano cartelli con la scritta “help us” sulla nave. Alcuni respingono il cibo. Intanto la “Ocean Viking” di “Sos Méditerranée” (bandiera norvegese) resta in mare con 214 persone e alla “Rise Above” di “Mission Lifeline” è stato consentito di sbarcare 89 profughi a Reggio Calabria: il loro è considerato un soccorso legittimo in area Sar. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, assicura “umanità e fermezza” e parte dell’opposizione protesta. La Cgil manifesterà a Catania. La Commissione Ue fa trapelare perplessità sulla richiesta italiana di rivolgere le domande d’asilo agli Stati di bandiera delle navi Ong, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) chiede di far sbarcare tutti.
Pesanti interrogativi sulle ispezioni della Sanità marittima (Usmaf) sono avanzati dal neodeputato e leader dei Verdi Angelo Bonelli, salito sulla “Geo Barents” dopo lo sbarco dei più fragili: “Ho visto persone con la scabbia, alcuni coperti di pustole. Altri erano sedati. La stragrande maggioranza viene dai campi della Libia, ho visto i segni delle torture sui corpi. I medici dell’Usmaf hanno fatto l’analisi a 570 persone in quattro ore, al ritmo di uno ogni 50 secondi. Ho parlato con i medici dell’Unhcr, per loro la scabbia è un motivo per farli sbarcare”. Uno dei 215 lasciati a bordo della “Geo Barens” nella notte è stato portato via d’urgenza con crampi all’addome. Una petizione contro i medici Usmaf, lanciata dalla Ong “Mediterranea”, ha raccolto oltre 200 firme di medici e infermieri. In queste stesse ore, tra Pozzallo e Ragusa, la Guardia Costiera ha portato altri 450 naufraghi soccorsi in area Sar (ricerca e soccorso) italiana: sbarcheranno senza problemi. “Solo 895 su 9mila sono stati soccorsi dalle Ong, è un pretesto per fare propaganda”, attacca Bonelli.
Dal 20 ottobre le navi delle Ong hanno soccorso meno di mille persone, mentre in Italia ne sono sbarcate quasi 11mila, ha scritto ieri Matteo Villa dell’Ispi. Succede dall’inizio dell’anno: su 88.100 giunti via mare nel 2022, secondo i dati del Viminale, 10.639 li hanno portati le Ong, quasi 45 mila sono stati soccorsi da Guardia di finanza, Guardia costiera o mercantili o pescherecci in area Sar, gli altri 32.400 sono arrivati da soli; nel 2021 su oltre 67 mila sbarcati 10mila Ong, oltre 21 mila soccorsi da altri e più di 36 mila sui barchini; nel 2020 su 34 mila, 3.400 ong e 4.500 altri soccorsi. Insomma, quest’anno le Ong fanno il 12% degli arrivi via mare.
Palazzo Chigi fa sapere che alla Cop27 di Sharm el Sheik la presidente Meloni ha parlato anche di flussi migratori con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Raffaele Fitto (Affari Ue) ha posto il problema all’omologa francese Laurence Boone. Come in passato, il governo vorrebbe un’altra politica migratoria dell’Ue e intanto un impegno per i ricollocamenti: per quella via sono partiti 1.273 stranieri arrivati in Italia dal 2019 (561 in Francia, 396 in Germania): pochissimi e non solo per il Covid. Dal 10 giugno 117. Berlino e Parigi peraltro, nel 2021, hanno accolto 190 mila e 120 mila richieste d’asilo contro 53 mila accettate in Italia.