IL PRESIDENTE 5 STELLE PARLA AI NEO PARLAMENTARI A MONTECITORIO E ALLONTANA L’IPOTESI DI UN’ALLEANZA CON I DEM ALLE REGIONALI LA SENTENZA

Federico Capurso
Niccolò Carratelli
Roma
In un’ora di discorso ai nuovi parlamentari grillini, riuniti per la prima volta a Montecitorio, Giuseppe Conte li incita a fare un’opposizione «intransigente, ma senza preconcetti», apre a una riforma del reddito di cittadinanza, purché «nessuno provi a smantellarlo» e chiede di «stabilizzare» il superbonus. Non pronuncia mai, invece, la parola «Pd». Eppure è sempre nella sua testa. Il leader M5S vede l’ex alleato in difficoltà, sa di avere pochi mesi di vantaggio prima del congresso dem, e vuole indebolirlo in fretta, colpo dopo colpo.
Dopo aver iniziato a sottrarre al Pd il mondo associazionistico, cattolico e laico, attraverso la spinta data alla manifestazione per la pace, ora il leader dei Cinque stelle punta a espropriare i dem della loro rete di riferimento sui territori. «Apriamo al dialogo con le liste civiche», dice ai suoi fedelissimi, «ma stiamo attenti a non farci usare come taxi». L’obiettivo è quello di rafforzarsi in vista dei prossimi appuntamenti elettorali locali, diventando il primo punto di riferimento del campo progressista. Ennesimo indizio che l’idea di un’alleanza con i dem alle regionali in programma nei prossimi mesi, dal Lazio alla Lombardia, fino al Friuli, al momento è un’ipotesi lontanissima, quasi inesistente. Le liste civiche da attirare sono quelle che fino a ieri parlavano con il Pd. Per riuscirci, però, serve una maggiore presenza a livello locale. Un aspetto su cui «dobbiamo migliorare», riconosce Conte di fronte ai parlamentari neoeletti. «Il fine settimana non è solo un momento di relax familiare. Deve essere un momento di confronto con i cittadini». Entro la fine della settimana verrà pubblicato il regolamento dei gruppi territoriali, poi sarà il momento di eleggere i coordinatori regionali e di organizzare i forum, rinominati “Piazza delle idee”, per intercettare e coinvolgere l’elettorato: «Su questo sarò implacabile», avverte.
Conte dà il benvenuto così ai nuovi deputati e senatori M5S. Li sprona, dà la carica, ma ammette di essere «emozionato» anche lui, eletto deputato. «Non so ancora in quale commissione andrò. Deciderò anche in base alle richieste dei nostri parlamentari», dice a La Stampa. «In commissione Difesa? No, in commissione d’Attacco», ride. È di buonumore. Gli ultimi sondaggi danno il Movimento appaiato al Pd. Nel mondo digitale del Metaverso lo ha già superato, secondo quanto rileva un’indagine dell’Associazione italiana dei giovani innovatori.
I grillini debuttanti, invece, all’uscita sono ancora frastornati: «Conte ci ha fatto il discorso motivazionale», dicono. Ma sono carichi, pronti a fare «un’opposizione dura, per difendere i presidi di dignità sociale che abbiamo introdotto», spiega la neoeletta senatrice siciliana Dolores Bevilacqua. Il collega Bruno Marton riparte esattamente da dove aveva lasciato: «Eletto nel 2013, poi uscito nel 2018 e ora rieccomi qui per il secondo mandato – racconta –. Mi trovo sempre all’opposizione, ma è un altro Movimento, molto diverso rispetto a 10 anni fa». Comunque, è sicuro che «ci divertiremo, l’opposizione la sappiamo fare». —