venerdì 18/06/2021LA RIFONDAZIONE

di Luca De Carolis

Il Garante c’è sempre stato e vorrebbe ancora esserci, almeno quando ha voglia di farlo. Per questo a breve, sembra la prossima settimana (ma c’è chi parla di domenica), Beppe Grillo tornerà a Roma e vedrà i parlamentari del M5S. Mentre il rifondatore c’è e vorrebbe giocare per vincere, ma alle sue condizioni, cioè con entrambe le mani sul volante. Ed è per questa ragione che con il nuovo Statuto del Movimento di Giuseppe Conte avrà ampi poteri, “perché io non sono qui per restare a prescindere, voglio fare bene, ma se perdo sarò pronto a farmi da parte”, ha (in sostanza) spiegato l’avvocato a un pugno di big, pochi giorni fa. In sintesi Grillo e Conte, poli di questo M5S nell’età di mezzo, che si guarda allo specchio e fa fatica a mettersi fuoco. Vertici che alcuni descrivevano come lontani, anzi proprio in lite, perché le nuove regole e il nuovo assetto limiterebbero poteri e voce di Grillo. Circostanza che lo scorso 10 giugno al Fatto il reggente Vito Crimi aveva smentito: “Se i poteri del Garante verranno limitati? Assolutamente no”. Ora nuove voci, sul fossato tra i due. “Ma la verità è che Beppe e Giuseppe sono allineati, e probabilmente gli conviene far finta di discutere” sostiene un big. Magari è utile, che il fondatore faccia trapelare di voler contenere un po’ Conte, per tenere buoni i tanti parlamentari inquieti, soprattutto per l’eterna croce dei due mandati.

Di sicuro nelle ultime ore Grillo ha confermato in alcune telefonate che sì, calerà a Roma. “Ma io sono in accordo con Giuseppe, dobbiamo lavorare tutti assieme, nessun contrasto” ha assicurato. “E se tutto va bene allora perché scende a Roma?” ruminano diversi eletti. Però ci sono anche “fonti vicine a Conte” che tramite nota negano dissidi. “Lui e Grillo lavorano in un clima di estrema collaborazione, per limare gli ultimi dettagli dello Statuto. Già domani (oggi, ndr) dovrebbero concordare la versione definitiva”. Fuori virgolette, aggiungono: “Lo Statuto sarà bilanciato, e i poteri del Garante non verranno ridotti”. Urge la pace, e a occhio la guerra non c’è mai stata. Neppure con il terzo polo, Luigi Di Maio, l’unico 5Stelle che ha una sua vera area – vietato chiamarla corrente – e che osserva tutto ma spesso tace, come ha fatto a Napoli martedì durante la visita di Conte. Guarda il gioco e qualche volta ricorda i limiti del campo, a tutti.

Il resto è affare di Conte, che la prossima settimana, forse martedì, presenterà lo Statuto. E potrebbe esserci anche Grillo. Quel Garante che dopo il disastroso video in difesa del figlio indagato sembrava finito ai margini. Però non vuole restarci, lui che la regola dei due mandati non la toccherebbe. Ma che del Conte capo con poteri chiari sapeva, perché l’avvocato lo aveva detto dritto nella riunione con Grillo e gli altri maggiorenti all’Hotel Forum a Roma, a febbraio, quando accettò di prendersi il M5S: “Lo faccio se avrò mano libera”. E se la darà, con una struttura con vari organi e una segreteria ristretta: lui al vertice più tre vice, tra cui dovrebbero esserci Chiara Appendino e un fedelissimo, l’ex sottosegretario Mario Turco.

E un ruolo di peso dovrebbe averlo anche Di Maio. Fuori, per ora in Bolivia, Alessandro Di Battista. Pronto però a rientrare nel Movimento se Conte lo trainasse fuori del governo Draghi. “Cosa impossibile ora, ma in autunno…”, butta lì un parlamentare contiano.

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