sabato 12/06/2021QUANDO DICEVANO…
di Lorenzo Giarelli

Accelerare, sprintare, non fermarsi mai. In nome di una retorica da Formula 1, negli ultimi mesi abbiamo assistito a continue giravolte sull’utilizzo di AstraZeneca, che ancora oggi l’Aifa consiglia di somministrare solo agli over 60 ma che invece a un certo punto è diventato un prodotto da bazar, qualcosa da piazzare senza troppi fronzoli.
Diverse Regioni infatti avevano avviato i famosi Open Day di AstraZeneca, giorni di somministrazione senza limiti di età e senza bisogno di prenotarsi. Con un entusiasmo che non tradiva la minima preoccupazione, nonostante le raccomandazioni degli scienziati. Basta riprendersi qualche dichiarazione delle scorse settimane, a partire dalle più enfatiche del commissario Francesco Paolo Figliuolo: “Adesso bisogna pensare a impiegare tutti i vaccini che abbiamo. AstraZeneca è consigliato per determinati classi ma l’Ema dice che va bene per tutti”. E ancora: “Dobbiamo impiegare tutto, se non lo facciamo il ritmo della campagna vaccinale non raggiunge i risultati e gli effetti voluti. Ci sono effetti collaterali, ma infinitesimali”.
Di fronte a simili sollecitazioni, quasi tutti i presidenti di Regione hanno risposto. Il caso più clamoroso è quello dell’Alto Adige, dove la Provincia ha organizzato addirittura delle AstraNight, serate con dj per smaltire le dosi destinandole agli over 18: “Un’opportunità per iniziare l’estate con maggior tranquillità”, secondo l’assessore Thomas Widmann.
È storia recente, come purtroppo noto per il caso della morte della diciottenne Camilla Canepa, l’allargamento di AZ ai giovani in Liguria. Oggi Giovanni Toti incolpa lo staff di Figliuolo, ma anche il governatore sembrava entusiasta: “I ragazzi hanno dato una lezione agli adulti, i diciottenni hanno colto un’opportunità per mettersi in sicurezza dando fiducia a un vaccino che sta riacquistando quella credibilità che merita”.
Stessa strada seguita da Nord a Sud, con rare eccezioni come Luca Zaia in Veneto e Attilio Fontana in Lombardia. Nello Musumeci, in Sicilia, pochi giorni fa tranquillizzava: “Su AstraZeneca c’è stata qualche difficoltà , ma adesso abbiamo avviato l’Open Day. Oggi c’è una diffusa cultura di prevenzione, soprattutto tra i giovani”. Nel Lazio, Nicola Zingaretti apriva prima agli over 40, poi agli over 30 e infine a tutti: “Ero sicuro che sarebbe arrivata una massa di ragazze e ragazzi per vaccinarsi. Vogliono tornare a vivere”. Così anche in diverse città dell’Emilia-Romagna, secondo le indicazioni di Stefano Bonaccini, o in Campania, dove Vincenzo De Luca allargava le braccia di fronte ai timori dell’Aifa: “Lasciare la libera scelta al cittadino non è corretto, ma in questo momento è la cosa migliore”. In Toscana, Eugenio Giani lanciava giornate per gli over 40: “La Toscana chiede le dosi di AstraZeneca inutilizzate da altre Regioni. Non possiamo tenerle in frigo, dobbiamo vaccinare il più possibile”. Anche a costo di contraddire gli esperti.
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