martedì 08/06/2021RIFONDAZIONE GRILLINA

di Luca De Carolis e Paola Zanca

L’avvocato che è l’ultima speranza di un Movimento ha doppiato lo scoglio chiamato Casaleggio, un cognome che era la storia e soprattutto la legge per i 5Stelle. Però adesso che è in mare aperto, Giuseppe Conte dovrà cambiare andatura, dovrà correre: ma senza lasciare indietro nessuno. Per questo pensa a una segreteria larga dove raggrumare tutte le anime del M5S, e nella quale pare scontata l’entrata di Luigi Di Maio, l’ex capo da ascoltare (e marcare). E anche per questo l’avvocato si manifesterà “nei territori”, per dirla alla grillina vecchia maniera. Cioè nelle città e nelle regioni dove il M5S pare lontanissimo, un’entità che gli eletti locali non capiscono più da tempo. Sono queste le coordinate della rotta per il rifondatore Conte, che ora lavora a un’assemblea generale a Roma, probabilmente in una piazza, per lanciare e spiegare il suo progetto. “Ma prima bisogna attendere il trasferimento dei dati degli iscritti da Rousseau”, spiegano dal Movimento. Una volta verificato che tutti i dati saranno arrivati, si potrà stabilire il giorno dell’assemblea. Ma bisogna fare in fretta, perché Conte ha promesso le votazioni online per la sua investitura e per approvare Statuto e Carta dei valori entro fine mese. Però, per votare, gli iscritti devono avere un preavviso di due settimane. Ergo, l’evento andrebbe tenuto entro una decina di giorni. Archiviata, pare, l’originaria location di Cinecittà, si cerca una piazza romana. Tra le ipotesi, vagliato anche il Circo Massimo, teatro di due edizioni di Italia5Stelle: ma sembra un’opzione scartata. Quanto alla data, “non sarà necessariamente un fine settimana”.

Nell’attesa però Conte ragiona anche sul nuovo organigramma. Ossia innanzitutto su una segreteria. Secondo le indiscrezioni, con molte donne. Si fanno i nomi dell’ex ministra Lucia Azzolina e dell’attuale viceministra al Mise, Alessandra Todde. Ma anche la viceministra all’Economia Laura Castelli, dimaiana di ferro, è una possibilità. Come è un’opzione anche l’attuale reggente, Vito Crimi. Nel post di sabato sull’accordo con Casaleggio, Conte lo ha ringraziato con un calore che è stato notato nel M5S. E anche se le fasi finali della trattativa con il manager sono state seguite dall’ex premier in persona, il fatto che il reggente non si sia “mai risparmiato” potrebbe avere un peso nella nuova squadra, dove ci saranno anche nomi non noti, per rappresentare tutte le anime dei grillini. Continua a far discutere, nei gruppi parlamentari, l’annosa questione del finanziamento: il nuovo sistema di restituzioni prevede una quota fissa (circa 1.000 euro) da destinare al partito che – almeno nella fase iniziale – verrà destinata anche al ripianamento dei debiti da saldare con Casaleggio. Di fatto, chi è sempre stato in regola con il versamento dei 300 euro a Rousseau si troverà a pagare due volte. Resta aperto anche il tema degli espulsi, ovvero della pattuglia cacciata per non aver votato la fiducia al governo Draghi. Un sostegno, quello all’esecutivo, che per il futuro leader M5Snon è in discussione, pur con dei paletti da ripiantare – di cui ha discusso ieri una riunione da remoto con parlamentari e ministri – , a cominciare dai temi del lavoro e dell’ambiente, che sarebbero centrali per i giallorosa. Non a caso ieri il deputato di Leu Stefano Fassina ha rilanciato l’idea dell’intergruppo parlamentare tra Pd, M5S e sinistra. Ci provarono (invano) a governo appena insediato. Ora potrebbero ritentare.

© 2021 Editoriale il Fatto S.p.A. C.F. e P.IVA 10460121006