giovedì 03/06/2021GUERRA FREDDA – MOVIMENTO
IL PATRON DI ROUSSEAU IGNORA I MESSAGGI DEL REGGENTE E SI RIVOLGE ALL’AUTORITÀ, CHIEDENDO 30 GIORNI PER CONSEGNARE AL M5S I DATI DEGLI ISCRITTI di Luca De Carolis

L’Erede non vuole arrendersi. Non ha neppure risposto al M5Sche gli ha inviato messaggi in serie. Piuttosto, ha chiesto al Garante della privacy altro tempo, per resistere: anche se l’Autorità martedì ha stabilito che i dati degli iscritti, il “tesoro” che ha in pancia la piattaforma Rousseau, vanno consegnati al Movimento “entro cinque giorni”. Ma Davide Casaleggio non vuole saperne di cedere quegli elenchi, essenziali per votare Giuseppe Conte come nuovo capo e avviare la rifondazione dei 5Stelle, con un nuovo Statuto e una Carta dei valori.
Lo ha ribadito ieri, come raccontato da Open, chiedendo per lettera al Garante di chiarire quale sia il rappresentante legale del M5S – cioè colui a cui vanno consegnati i dati – perché insiste nel non riconoscere come tale il reggente dei 5Stelle, Vito Crimi. Soprattutto, Casaleggio ha chiesto un termine più lungo, di 30 giorni, entro cui consegnare gli elenchi. Una provocazione per il Movimento e Crimi, che nelle scorse ore gli avevano scritto chiedendo un appuntamento per venerdì a Milano, la città dove ha sede l’associazione Rousseau, per andare a ritirare materialmente i dati assieme a un perito forense. Ma il patron di Rousseau, dicono i 5Stelle, ha ignorato i messaggi. E ha scritto al Garante. Improbabile però che l’Autorità chiarisca chi sia il rappresentante legale del M5S. Secondo fonti qualificate, “quello è un compito che spetta eventualmente a un tribunale civile”. Il Garante nella sua decisione si è limitato a scrivere che i dati vanno consegnati al Movimento, “nelle forme e secondo le modalità indicate dallo stesso”. Così il principale nodo adesso è l’eventuale concessione dei 30 giorni a Rousseau. Per Conte, bisognoso di partire con il suo nuovo corso, sarebbe una sventura.
Per questo nel M5S c’è ancora chi invoca un accordo con Milano: vicino lo scorso fine settimana, con Casaleggio che pareva pronto ad accettare 250mila euro – invece dei 450mila euro che pretende da mesi per i mancati versamenti – in cambio dei dati e della chiusura di ogni pendenza. Ma adesso? Fonti del M5S sostengono: “Per mesi abbiamo assicurato a Davide che eravamo pronti a farci carico dei mancati pagamenti, ma ogni volta è stata alzata la posta”. Ergo, l’intesa era e resta lontana, innanzitutto per la rigidità di Conte. “Se Casaleggio non consegna i dati entro il termine può incorrere in sanzioni penali e in una multa pesantissima” ricordano da Roma. Però restano altri ostacoli. Non ultimo, quello del simbolo del Movimento. Per dirla come un big dei 5Stelle, il simbolo “è per un terzo di Beppe Grillo, per un altro terzo di Luigi Di Maio e per la parte restante di Casaleggio”. E non è un dettaglio. In questo scenario, c’è un gruppo parlamentare sempre più insofferente verso il governo Draghi. E il principale scoglio resta la giustizia, su cui è attesa nelle prossime ore una nuova riunione dei 5Stelle.
Il nodo centrale rimane sempre la prescrizione, con il M5S che non vuole andare oltre il cosiddetto lodo Conte (in base a cui la sospensione dei termini processuali varrebbe solo per i condannati in primo grado). Ma sta montando anche la preoccupazione per l’ergastolo ostativo, l’istituto che nega la liberazione condizionale ai rei di delitti particolarmente gravi.
Lo scorso aprile la Consulta l’ha dichiarato illegittimo per i detenuti per mafia che non collaborino con la giustizia, dando al Parlamento un anno di tempo per intervenire con nuove norme. E i 5Stelle hanno già presentato una proposta di legge, su un tema reso quanto incandescente dalla liberazione del pentito Giovanni Brusca. E su cui i partiti potrebbero darsele di santa ragione.
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