sabato 27/03/2021L’ELEVATO 

ASSEMBLEA. IL MONOLOGO: DALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA A ROUSSEAUdi Luca De Carolis

Il Garante appare sullo schermo brandendo il simulacro di un cervello, perché innanzitutto è un teatrante. “Il pianeta sta morendo”. Ma il Beppe Grillo che in un venerdì pomeriggio indottrina via Web i parlamentari del M5S, convocati in assemblea congiunta, è soprattutto un paradosso.

Ragiona di futuro, di 2050, di transizione ecologica ma ai suoi parla come faceva tanto tempo fa, quando ostentava il ruolo di padre-padrone del Movimento. “Io sono l’Elevato, voi dei miracolati, vi ho preso che eravate nulla” ride, per dissimulare la botta. “Studiate, siate preparati” esorta. “Per un po’ basta con i talk show, con le trasmissioni pollaio” ribadisce, ed è ancora repertorio dei vecchi tempi, del 2013 o giù di lì. “Ci tratta da ragazzini” borbotta qualche 5Stelle. Ma il pomeriggio si dilata, quasi esplode. Perché Grillo dapprima pare aprire alla cancellazione del vincolo dei due mandati: “Non tutti son soddisfatti e resteranno, due mandati, un mandato… ma dobbiamo andare avanti e al 2050”. Parole che colpiscono, tutti. Forse qualcuno glielo fa notare. E allora il fondatore (ri)chiude: “I due mandati sono un pilastro fisso, l’ho detto anche a Giuseppe Conte”. E la carezza – “non abbandoneremo chi è al secondo mandato” – non placa i mal di pancia: diffusi, evidenti. Figurarsi quando il fondatore ventila un’intesa con Davide Casaleggio: “Con Rousseau credo che troveremo un accordo per cambiare lo Statuto, ci siederemo per capire”. E altro che causa. Ergo, l’opposto di ciò che reclamano tanti big e moltissimi parlamentari, i “miracolati”. Ma a Grillo di sigle e bandiere non interessa più granché. “Sogno che tutti i partiti si mescolino” declama. “Dobbiamo diventare meticci – insiste – far sì che gli altri parlino dei nostri temi”. Parole da Elevato. Anche se ora ci sarebbe anche un “Supremo”, sempre per dirla come lui. Cioè il tecnico che Grillo ha voluto come ministro proprio alla Transizione ecologica, quel Roberto Cingolani che i post del M5Savevano celebrato il quinto ministro del Movimento, anche se lui di certo non è un grillino. Però è proprio Cingolani a introdurre l’assemblea telematica. Ufficialmente convocata per “la presentazione del corso a cura del professore Marco Morosini sulla transizione ecologica”. Sempre quel mantra, di cui parla nei post quasi ogni giorno.

Per questo, a scadenza regolare, deputati e senatori dovranno andare a lezione da Morosini, professore di Politiche ambientali al Politecnico di Zurigo, antico sodale di Grillo e suo ghostwriter. Però gli eletti notano soprattutto il Grillo che loda, ancora, Draghi: “Non è un banchiere senza sentimenti, è uno che vede la povertà. Ha mantenuto la parola sulla transizione e sul reddito di cittadinanza”. E d’altronde “il reddito universale sarà la mia battaglia finale” giura il Garante. Il resto, cioè quasi tutto, lo dovrà fare il capo prossimo venturo, Giuseppe Conte. “Conte è meraviglioso, il futuro è con lui e con il centrosinistra. è una grande occasione” celebra Grillo. Quindi, “presto voteremo il suo piano, quando avremo una piattaforma”. Infine, Virginia Raggi: “Massimo sostegno a lei, qualunque cosa accada”. Si chiude. Fuori, i parlamentari, confusi e in molti casi irritati. Non volevano la chiusura sui due mandati, mentre le correnti nel M5S nascono come funghi, e già sanno di potenziali liste, proprio per ricandidarsi. Presto, non nel 2050.

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