lunedì 01/02/2021
di Luca De Carolis

Prima i programmi, anzi “i temi” come ripete da settimana il distruttore che sostiene di voler costruire, Matteo Renzi. Poi, se stamattina i giallorosa al tavolo dei partiti non litigheranno e se proprio lui, Renzi, non giocherà (ancora) a nascondino, dovranno parlare del vero problema, ossia del nome del prossimo presidente del Consiglio. Forse con un secondo giro di consultazioni dell’ “esploratore” Roberto Fico. E allora eccolo, lo snodo delle consultazioni. Perché M5S, Pd e Leu da lì sono ripartiti e lì vogliono tornare, alla conferma di Giuseppe Conte. Ma il fu rottamatore voleva la sua testa, e chissà se i giorni e gli scricchiolii anche dentro la sua Italia Viva gli hanno fatto cambiare idea.
Soprattutto, chissà se oggi vorrà sciogliere il nodo gordiano, ossia esprimersi su un Conte ter. Perché stamattina i suoi emissari al tavolo sui temi, i capigruppo Davide Faraone e Maria Elena Boschi, “non parleranno di nomi” come hanno già fatto sapere ieri sera. Le loro energie, giurano, saranno tutte per arrivare “all’accordo scritto” invocato da Renzi, discutendo dei temi centrali per Iv: dal Mes al Recovery Plan, fino a “temi di economia e giustizia”. Fondamentali per scrivere un nuovo contratto di governo. “Ma un contratto del genere mica lo fai in poche ore” sibilano i grillini, ormai esperti della materia.
Così il sospetto di tutti i partiti è che l’ex sindaco di Firenze voglia tirarla ancora lunga. E magari ribaltare il concetto, tentando di lasciare il cerino agli altri giallorosa. Cioè dire che, visto che c’è una convergenza sui temi, non è il caso di impuntarsi su Conte, perché alla fine cos’è un nome di fronte ai contenuti? “Non dovevamo partire da questa storia dei temi, rischiamo solo di avergli dato altro tempo e altro vantaggio” ringhiavano così ieri fonti trasversali da Pd e Leu, mentre i 5Stelle cercavano di mettere assieme i punti di programma con riunioni via web a catena: prima le commissioni, poi i capigruppo e i vertici a filtrare tutto. La certezza è che oggi alle 9.30 Fico ospiterà a Montecitorio le delegazioni di tutta la ex maggioranza: due persone a testa, con la possibilità di portare anche un tecnico (un esperto del settore legislativo, per esempio) a sostegno. Alla fine i partiti manderanno i capigruppo. Ergo, niente leader. Per trovare un vero punto di caduta servirà altro. Ossia una seconda riunione, o un secondo giro di consultazioni. In fretta però, visto che domani Fico dovrà riferire al Quirinale. E sarebbe deplorevole salire al Colle senza il nome del possibile destinatario dell’incarico di formare un governo. Il presidente della Camera lo sa perfettamente, e proverà a fare esporre Renzi. Nel primo incontro Fico, raccontano fonti di governo, Iv è rimasta “coperta”. Mentre nelle riunioni con gli altri partiti il presidente della Camera ha registrato la palese insofferenza degli altri partiti nei confronti di Renzi.
Anche per questo, il “grillino rosso” resta convinto della necessità del tavolo tematico di questa mattina, per abbassare la temperatura dentro l’ex maggioranza. Ma i cattivi pensieri traboccano. “Renzi proverà a non fare il nome ma prima di domani va a tutti i costi snidato” ribadisce un big dei 5Stelle. Fermi sul nome di Conte. “Qualsiasi alternativa ci spaccherebbe, anche se fosse uno di noi” dicono vari maggiorenti. A quel punto, butta lì un veterano, “tanto varrebbe restare compatti ed essere disponibili anche a passare all’opposizione”. Altrimenti “il rischio è che a non votare un nuovo esecutivo siano anche insospettabili, e di peso”: soprattutto in Senato. Nell’attesa, mirano a introdurre nel contratto di governo un codice etico, che escluda gli indagati dall’esecutivo. E sarebbe una norma che escluderebbe dal governo Renzi e Boschi, indagati nell’inchiesta sulla fondazione Open. “Però bisogna arrivarci al passo successivo” ricordano fonti qualificate.
Tradotto , se oggi al tavolo Iv dovesse erigere barricate a favore del Mes, la situazione potrebbe farsi incandescente. Non a caso, raccontano sempre ambienti di governo, ieri Fico ha sentito “tutte le parti coinvolte”. Compreso Conte. In questi giorni l’avvocato si è trincerato nel silenzio, anche per non lasciare varchi a Renzi. Ieri ha passato la domenica in famiglia, in attesa di novità. Ma sente di continuo i partiti, e in particolare i 5Stelle. Aspettando che Renzi cali davvero le carte.
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