domenica 29/11/2020VERSO IL VOTO
NEL 2021 “SCADONO” I SINDACI DI 5 GRANDI CITTÀ. LA DESTRA CERCA NOMI, PD E M5S VIAGGIANO ANCORA DIVISIdi Vincenzo Bisbiglia, Sarah Buono, Lorenzo Giarelli, Vincenzo Iurillo e Elisa Sola

Lo avevano detto subito dopo le Regionali di settembre, i giallorosa, che non sono riusciti a fare sintesi su nessun candidato presidente: “Apriamo subito un tavolo per le Comunali 2021”. Ma a pochi mesi – Covid permettendo – dalla scelta dei sindaci delle principali città italiane, la discussione è ancora lontanissima dall’iniziare. Ecco chi c’è ai nastri di partenza.
Roma. Se le Comunali 2021 dovessero slittare da giugno a ottobre, sarà soprattutto per le difficoltà del centrosinistra di trovare un nome all’altezza per la Capitale. E con Virginia Raggi che punta al bis, è ancora più dura. A Zingaretti, Carlo Calenda starebbe anche bene, ma il Pd si perderebbe tutta l’ala sinistra della coalizione, con l’urbanista Paolo Berdini già pronto a farne le veci. I dem le stanno provando tutte per convincere Raggi a desistere: vorrebbero le fosse offerto un posto da sottosegretario (magari al posto di Pierpaolo Sileri, da spendere per il Campidoglio) ma lei non ne vuole sapere. E molto dipenderà dalla sentenza del processo d’Appello, forse in arrivo già il 14 dicembre. Qualcuno pensa anche al ministro Roberto Gualtieri, dopo l’eventuale rimpasto. Si cerca un anti-Bertolaso, un “poliziotto-commissario che stia bene anche al M5S di governo”, un profilo “tipo Gabrielli” dicono (ma lui non è disponibile). A destra, l’ex capo della Protezione civile sembra vicino dall’ufficializzazione: Giorgia Meloni avrebbe dato il suo ok; in corso “l’ultima riflessione” con Andrea Abodi (ex Figc). In palio – oltre ai 5 anni di mandato – c’è un miliardo di stanziamenti per il Giubileo 2025.
Milano. Anche qui, candidati certi non ce ne sono. E allora si compulsano i sondaggi: per l’istituto Noto, se l’uscente Beppe Sala dovesse decidere di non ricandidarsi, il profilo migliore per la sinistra sarebbe quello di Tito Boeri, mentre a destra i più graditi sono Ferruccio Resta, rettore del Politecnico, e Maurizio Lupi. Tutto dipenderà da cosa farà Sala. Prima della seconda ondata sembrava quasi certa la sua non ricandidatura, con i due assessori Pierfrancesco Majorino e Pierfrancesco Maran come potenziali eredi. Ora Sala è più prudente e non sono sfuggite le accuse politiche all’amministrazione leghista della Regione. L’ex Mr Expo è apprezzato dai milanesi (64% secondo Noto), ma la corsa solitaria di Pd e M5S potrebbe portargli via un 7-8%, considerando che a livello locale, almeno per ora, entrambi hanno escluso alleanze. Il vantaggio per i giallorosa è che non c’è fretta: la destra in alto mare consegna nomi ai giornali per sondarne la popolarità: oltre a Lupi e Resta, il bocconiano Maurizio Dallocchio, il chirurgo Paolo Veronesi, l’improbabile Franco Baresi, già autoesclusosi con una risata.
Napoli. Solo il presidente della Camera, Roberto Fico, “batte” il pm anticamorra Catello Maresca, secondo Noto Sondaggi. Qui, al momento, l’unica candidatura ufficiale è quella dell’assessore Alessandra Clemente, designata dal sindaco uscente Luigi de Magistris per tentare di prolungare l’esperienza arancione degli ultimi 10 anni. Fico e Maresca sono stati testati come candidati sindaci di centrosinistra e centrodestra, ma la situazione è assai fluida: primo perché il nome di Fico passerebbe per un non scontato accordo Pd-M5S al quale sta lavorando da mesi il segretario dem Marco Sarracino e a cui è ostile Vincenzo De Luca, secondo perché il Pd avrebbe anche altri nomi, a cominciare dai ministri Enzo Amendola e Gaetano Manfredi. Che però nei sondaggi, al contrario di Fico, escono sconfitti da Maresca, nome designato da pezzi di Forza Italia che vogliono fare piazza pulita della gestione Cesaro. Sullo sfondo, sornione, c’è già in campo l’ex governatore Antonio Bassolino.
Bologna. Il partitone spaccato e la città annoiata. I vertici dem avrebbero scelto di puntare su Alberto Aitini, assessore alla Legalità che ricorda a tanti, a torto o ragione, il piglio da sceriffo del fu sindaco Sergio Cofferati. Una scelta che va a colpire l’assessore alla Cultura Matteo Lepore, autocandidatosi da mesi senza l’entusiasmo del partito, ma con il sostegno del sindaco uscente Virginio Merola e di alcune sacche cittadine molto trasversali: le Sardine, ma anche i moderati di Forza Italia, alcuni centri sociali ma anche i commercianti. Un recente sondaggio Winpoll certifica che è lui il candidato preferito e vincente al primo turno contro la destra. A seguire, nel sondaggio, c’è Elisabetta Gualmini, europarlamentare che non ha ancora sciolto la riserva. L’unica donna più o meno in gioco. Scomparsa la Lega, il centrodestra aspetta di conoscere il nome dell’avversario per decidere con chi sfidarlo.
Torino. Chiara Appendino non si ricandida e il M5S è senza un candidato sindaco. Sono invece certe le candidature del centrosinistra, che ha indetto le primarie, sospese temporaneamente pochi giorni fa a causa del Covid. I candidati sono quattro. Due consiglieri comunali del Pd, Enzo Lavolta e Stefano Lorusso, il Radicale Igor Boni e il “civico” Luca Javier. Nei giorni scorsi ha fatto un passo in avanti anche Gianna Pentenero, ex assessora regionale sotto la giunta Bresso e oggi consigliera regionale, che però ha fatto intendere di non essere entusiasta all’idea delle primarie. Per il centrodestra non ci sono candidature ufficiali ma nessuno ha smentito l’ipotesi di Paolo Damilano, imprenditore amato dalla Lega (anche se non iscritto al partito), attualmente presidente della Torino Film commission.
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