giovedì 12/11/2020AGLI ATTI

LO SCAMBIO – PER EVITARE LA REVOCA, PROPOSE SOCCORSO ALLA BANCAdi Jacopo Rocca

È trascorso solo un mese e mezzo dai 43 morti del crollo del Ponte Morandi e gli sforzi di Giovanni Castellucci sono già orientati “a cercare con ogni mezzo di ricostruire un rapporto con lo Stato”, “offrendo, condizionatamente, cospicue somme di denaro”. La “condizione”, secondo il gip Paola Faggioni, è quella di evitare la revoca della concessione autostradale. L’allora potentissimo ad di Autostrade per l’Italia gode di “conoscenze di altissimo livello” che “tende a strumentalizzare per fini personali”.

E per raggiungere il governo, retto in quel momento dalla maggioranza giallo-verde, ha un “ambasciatore” d’eccezione: Giovanni Toti, presidente della Regione della Liguria e commissario all’emergenza post disastro. Castellucci gli propone di salvare la zoppicante “Banca Carige”, con una ricapitalizzazione pagata da Atlantia. “Senti Gianni – gli risponde Toti – è una cosa che saluteremmo con grandissimo favore… Io ci parlo con Giorgetti e Salvini. L’unica cosa che possiamo fare è chiedere alla Lega e dire: ‘Ragazzi, noi ci stiamo esponendo per salvare una banca e togliervi rotture di c… Poi se non ne tenete conto siete dei pazzi’”.

La telefonata viene intercettata il 30 ottobre 2018. “Non so quale effetto possa avere su Giorgetti – dice Toti al manager in quella telefonata – è una pressione che può comunque essere utile”. Il governatore, va sottolineato, non è indagato. Anzi, lo stesso giudice gli riconosce un certo equilibrismo: “Toti si sforza di non perdere l’occasione, guardandosi bene dal fare promesse”: “Al massimo una dichiarazione informale”. Ma torniamo all’intercettazione. Castellucci insiste, vorrebbe la certezza degli “annessi e connessi”, almeno “l’apertura di un tavolo” (sulla concessione): “Per vendere l’operazione agli azionisti – dice – deve essere all’interno di un quadro”. “Ma stai parlando con chi non fa parte di quel quadro”, risponde Toti, che sottolinea come il massimo dell’impegno possa essere “una dichiarazione informale”. L’Ad ne parla anche con il commissario di Carige, Pietro Modiano: “Abbiamo visto Garavaglia, è sulle piste di Di Maio – dice Modiano il 31 ottobre 2018 – per dirgli: amici, o mettete i soldi pubblici, o lasciate i Benetton mettere i soldi”. Un anno più tardi scoppia il caso dei falsi report sulla sicurezza dei viadotti. “Le voci sono di un ribaltone a Treviso. – confida Castellucci ad Andrea Boitani, consigliere di Atlantia, il 15 settembre 2019 – il mio rapporto era con Gilberto (Benetton). È morto un anno fa, adesso è diverso, ci sta che me ne vada a fare altro. ‘Sti ragazzetti tutto sommato li conosco poco. Se non troviamo un accordo conto su di te”.

È uno dei passaggi che dimostra, secondo chi indaga, come il vecchio amministratore continui a intessere “rapporti apicali” con Atlantia. Lo rileva anche con un certo fastidio Gianni Mion, ad di Edizioni Holding, società della famiglia Benetton che controlla Atlantia. È convinto che Castellucci “semini il concetto che Gilberto Benetton sapesse delle omesse manutenzioni”: “Questo c… di Castellucci – si sfoga con un collaboratore il 3 gennaio 2020 – governa ancora il processo … si sta offrendo per creare aggregazioni, vendere Atlantia, comprare… con le cose che succedono a Genova gli converrebbe andare a Dubai”. Ma non è proprio la pensione il progetto che ha in mente il supermanager, sotto inchiesta per i morti di Genova: nel frattempo si è già proposto come “presidente con delega di Alitalia”, posizione per cui avrebbe ottenuto la sponsorizzazione di Lufthansa. “La Lupo (presumibilmente Giulian, senatrice M5s, ndr) è molto preoccupata – dice a Joerg Eberhart, Ad di Air Dolomiti, controllata di Lufthansa – il Ministro ha chiesto di vedermi”.

Sull’affaire Carige, Toti commenta: “Volevo solo salvare i risparmiatori liguri, non potevamo permetterci il fallimento dell’istituto in un momento così delicato. Il contatto con Castellucci mi fu sollecitato dai vertici della banca”.

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