proteste per l’orario ridotto: solo 12 ore al giorno
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Riparte oggi l’attività del Punto di primo intervento di Cairo. Il servizio da questa mattina alle 8 sostituisce l’ambulatorio dei codici bianchi che era stato aperto alcune settimane fa, dopo il blocco di marzo. Allora l’attività per le emergenze (un PPi h24) era stata chiusa, in modo da dirottare il personale sanitario valbormidese in supporto dei colleghi del San Paolo di Savona per fronteggiare l’emergenza Covid. Ora torna il Ppi, il servizio registra un leggero potenziamento rispetto all’ambulatorio, ma è aperto solo per 12 ore, dalle 8 alle 20 e con il consiglio ai pazienti di telefonare al 112, in modo che sia la centrale operativa del 118 a indicare alle persone l’ospedale di riferimento in base alla patologia. Per evitare contagi al San Giuseppe resta attivo il triage dei pazienti, che prevede il controllo della temperatura e domande mirate per escludere i sintomi del coronavirus. Nella struttura è stato allestito un percorso cosiddetto “sporco” con passaggi e una stanza per l’isolamento di eventuali casi febbrili, che verranno trasferiti a Savona. Il problema resta la notte: con la chiusura del Ppi fissata alle 20, gli abitanti dovranno raggiungere il San Paolo in caso di necessità. Ed è proprio su questo punto che verte la polemica, oltre che la richiesta di abitanti, amministratori e Comitato sanitario locale, tutti uniti nel rivendicare un servizio aperto sulle 24 ore, come accadeva prima del blocco di marzo. C’è anche chi spinge per avere un vero Pronto soccorso: dopo Cosseria, nei giorni scorsi anche a Carcare sono comparsi striscioni («I carcaresi vogliono un pronto soccorso h24»), che invocano un potenziamento. –L. B.