Ieri l’inaugurazione del viadotto progettato da Piano e costruito a due anni dal crollo del Morandi

Alessandra Pieracci
Genova
Il tempo di smontare il palco, risistemare le carreggiate e il guardrail centrale in modo da accogliere non più celebrazioni e ospiti ma il flusso di veicoli e il Ponte Genova San Giorgio, inaugurato ieri, sarà di nuovo percorribile, da domani. Si ricongiungono così la città, la regione e il Nord d’Italia, i rumori della vallata torneranno a incunearsi in quello costante, di fondo, del flusso di veicoli.
L’autostrada sarà di nuovo tutta percorribile, senza più deviazioni in città. Da Voltri a Genova Ovest e viceversa, un’unica arteria che si innesta con la A 7 e la A 26. Una struttura avveniristica e moderna che ha dovuto fare i conti con i vecchi raccordi, le gallerie nella collina di Coronata e l’elicoidale, tutte che necessitavano di importanti lavori finiti giusto in tempo per il taglio del nastro del nuovo viadotto.
Da domani Genova tornerà a dover fare i conti con il traffico cittadino, ma liberato dal flusso di veicoli dirottato nella rete urbana per superare l’interruzione da una sponda all’altra del Polcevera.
Per gli automobilisti cambiano in meglio molte cose. Perché la nuova sede stradale è ampia, con le corsie di emergenza e i pannelli antivento. Prima del tragico 14 agosto di due anni fa, chi arrivava da Genova Ovest si trovava imbottigliato in una corsia a 60 all’ora, mentre su quella alla sua destra si incuneava un flusso costante di altre auto, camion e Tir. Per chi arriva a Genova da Ponente, restano valide le alternative realizzate anche queste velocemente per far fronte alla situazione, in base a progetti esistenti ma che avrebbero avuto ben altri tempi di realizzazione. Come la strada Guido Rossa, cui si accede direttamente dalla nuova rampa del casello dell’A 10 di Genova Aeroporto e che sbocca senza soluzione di continuità su lungomare Canepa e di qui collega alla soprelevata e al porto. Poi c’è la nuova strada portuale, via della Superba, per allontanare i tir del traffico portuale dalla viabilità ordinaria: 4 chilometri, dalla rotatoria dell’aeroporto, di cui quasi 2 attraversano lo stabilimento Ilva.
Fincantieri Infrastructure, la società che ha realizzato il ponte con Webuild, in Liguria si è aggiudicata in ATI con Fincosit Srl l’assegnazione dei lavori per lo spostamento e l’ampliamento della diga foranea del porto di Vado Ligure, appaltati dall’Autorità di Sistema del Mar Ligure Occidentale.
È previsto lo smantellamento di circa 400 metri dell’attuale molo e il riutilizzo nella nuova diga dei 13 cassoni rimossi, oltre alla posa di 2 cassoni ex novo. Il nuovo sopraflutti, ruotato verso il mare aperto per migliorare la manovrabilità delle navi, insisterà su fondali più elevati, dai 35 ai 49 metri. Nella configurazione finale, il molo foraneo di prima fase sarà allungato verso mare per altri 240 metri.