L’annuncio ieri in Commissione sanità. Flash mob contro la privatizzazione

mauro camoirano
cairo m.
Il pronto soccorso di Cairo riaprirà il 17 agosto. Ma resta l’incognita medici. E’ la notizia ribadita nel corso della Commissione comunale Sanità di ieri mattina nell’anfiteatro del Palazzo di Città, di fronte a circa 200 persone.
Un appuntamento che ha reso evidente una cosa: ai valbormidesi non interessano flash mob o i comizi elettorali, ma avere un ospedale nuovamente efficiente. Altra cosa evidente, è «che non verrà tollerata una campagna elettorale sull’ospedale: nessuno può ergersi a difensore dell’ospedale, se non il Comitato Sanitario Locale».
Lo ha ribadito il sindaco Paolo Lambertini, ripercorrendo le tappe di questa vicenda sin dal 2012, dettagliando, senza essere contraddetto, responsabilità e latitanze di entrambi gli schieramenti. Concetti, anche se in modo diverso, ribaditi anche dall’opposizione, con Giorgia Ferarri (Cairo Democratica) applaudita quando ha dichiarato che «di fronte ad un PS ridotto ad ambulatorio per le zecche e punture di insetti, non ci sono bandiere, ma tutti siamo valbormidesi che pretendono un ospedale degno e tempi certi per riaverlo». Così come applaudito è stato Silvano Nervi (Movimento civico Ligorio) quando ha denunciato «una Regione che di fronte ai problemi ambientali di questa valle e a tutte le altre criticità, taglia sulla sanità significa che ci considera cittadini di serie b». Per il resto si è ribadito quanto già era filtrato nei giorni scorsi: a settembre l’apertura di un reparto di Comunità, che cercherà la collaborazione dei medici di famiglia che il direttore del Distretto socio sanitario, dottoressa Pennazio, incontrerà a breve Il rischio, però, è che si trasformi in una sorta di Rsa ospedalizzata. E prima, il 17 agosto, la riapertura sulle 12 ore, del Ppi. Ma se da un lato c’è una data, dall’altro permane l’incognita dei medici: ne servono tre, ma la chiamata è andata deserta a livello regionale. Il 4 si chiuderà il bando per reperire medici corsisti ed eventualmente a tempo determinato, 2/3 dei quali saranno indirizzati a Cairo». Non rimane, quindi, che attendere, e sperare.