Gabriele Martini

Altro che sociale, qui il distanziamento è politico. Da un lato il governatore Zaia annuncia restrizioni e invoca il Tso per i cittadini che rifiutano le cure anti-Covid. Dall’altro il segretario leghista Salvini, incurante delle regole, solca piazze e spiagge tra selfie e strette di mano. Rigorosamente senza mascherina. In mezzo c’è l’elettore leghista, disorientato dai messaggi contrastanti dei suoi leader di riferimento. Va detto che non è una novità. Tra fughe in avanti e dietrofront repentini, il balletto va avanti da marzo: «E’ poco più di una banale influenza», «anzi no, rischiamo migliaia di morti», «bisogna far ripartire l’Italia», «richiudete tutto». L’impressione è che nell’emergenza Covid la Lega stia perdendo in un colpo solo sia la bussola che i consensi.