Massimo Picone

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CELLE L.
Proseguono gli infiniti lavori sulla via Aurelia di Celle Ligure, vicino allo stabilimento della Olmo. A causa di un cantiere, la viabilità è regolata a senso unico alternato da semaforo. Con la ripresa delle attività, dopo le restrizioni per contenere la diffusione del Covid, e l’arrivo oramai incessante dei turisti in Riviera, le lunghe colonne di veicoli in attesa, su entrambi i sensi di marcia, sono oramai una costante. 
L’opera serve all’adeguamento idraulico del rio Santa Brigida che scorre sotto la strada. Una prima parte dei lavori, quelli più a monte, fu realizzata lo scorso anno a cura del Comune perché si trattava di operare su terreni di competenza dell’ente; adesso l’intervento è completamente a cura e responsabilità dell’Anas che, a sua volta, ha subappaltato l’incarico. A ulteriore beffa delle difficoltà riscontrate nel lungo cammino che dovrebbe portare, prima o dopo, alla fine dei lavori, il fatto che gli scatolari di cemento che servono per incanalare le acque del greto si producono proprio nella provincia di Bergamo, una delle zone rosse più colpite dalla pandemia e dove si erano interrotte le produzioni, ritardando di riflesso l’avanzamento dell’opera di Celle Ligure che si snoda lungo un centinaio di metri. 
In primavera, inoltre, la macchina che installa le palificazioni nell’alveo del corso d’acqua si era guastata e quindi era stata riportata in Piemonte per le riparazioni ma, a causa delle fabbriche chiuse per l’emergenza, si era perso del tempo prima di riaverla nuovamente in funzione e riconsegnata in cantiere. 
Non solo. Nel lungo elenco degli intoppi accaduti per questa opera, ritenuta necessaria visti gli allagamenti avvenuti più volte nella zona dopo abbondanti precipitazioni, un paio di appartamenti situati nella vicina via Aicardi hanno subito lesioni dovute alle sollecitazioni provocate dai macchinari. Sul tema il capogruppo di opposizione, Remo Zunino, ha presentato un’interpellanza per il Consiglio comunale in programma tra una decina di giorni. «Verificato che la mancanza di un cronoprogramma dettagliato ed i ritardi accumulati ci fanno presagire che i lavori non termineranno velocemente, elementi che sommati alla crisi generale del comparto turistico ricettivo dovuto in parte al coronavirus, destano molta preoccupazione – scrive Zunino -. Chiediamo se quanto appreso sulla denuncia di alcune criticità sugli immobili vicini al cantiere, che hanno portato all’ordinanza per il divieto di dimora ai titolari, sia vera e come il Comune pensa di agire in favore e difesa dei cittadini». —
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