
All’indomani dell’annuncio del congelamento degli investimenti, M5s e Pd duri con Atlantia: no ai ricatti. Di Battista: “Via la concessione, Autostrade torni ad essere pubblica”
All’indomani dell’annuncio del congelamento degli investimenti da parte di Atlantia, il vice ministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri attacca la controllante di Autostrade per l’Italia accusandola di “ricattare il governo”.
Ma nel mirino dell’esponente M5s finisce anche la ministra democratica Paola De Micheli, rea, a suo giudizio, di non aver condiviso i contenuti del dossier fatto insieme ad Aspi. Contro Atlantia si schiera anche il vice segretario del Pd Andrea Orlando: “Meglio evitare ultimatum e ricatti” ammonisce “Forse i toni sarebbe meglio che cambiassero”.
In serata si fa sentire Alessandro Di Battista, ex deputato e esponente di spicco dell’ala movimentista del M5s, che dice all’AGI: “La famiglia Benetton ha incassato denari a palate grazie ai regali della politica. Non mi aspetto che li restituiscano, ma che smettano di incassarli, sì. Via la concessione, Autostrade torni ad essere pubblica”.
La società respinge le accuse e puntualizza: nessun ultimatum, servono risposte. Fonti vicine al gruppo precisano che “nessun ultimatum è stato espresso nei confronti dei decisori istituzionali. Atlantia e Aspi dal mese di gennaio 2020 hanno inviato 9 lettere a tutti gli attori istituzionali coinvolti, non ricevendo alcuna formale risposta su nessuno dei punti salienti evidenziati o delle proposte formulate”.
Atlantia, si aggiunge, “ha atteso e attende che vengano prese delle decisioni in merito alle proposte inviate formalmente, anche relativamente alla vicenda della Concessione in campo da quasi due anni, così da consentire lo sblocco degli investimenti programmati per un profondo ammodernamento del sistema autostradale gestito”.
E si sottolinea anche che “per i prossimi 6 anni Autostrade per l’Italia dovà raccogliere circa 13 miliardi per spese di investimento, manutenzione e rimborso dei debiti in scadenza, che rappresentano 10 volte il valore del prestito richiesto contemplato dal Decreto Liquidità recentemente emanato dal Governo per motivazioni legate agli effetti della pandemia Covid-19”.
Atlantia, concludono le fonti, “è certa che nessun attore Istituzionale voglia recare deliberatamente danno ad una grande azienda del Paese, che impegna solo in Italia 13.500 dipendenti, e confida in un rapido superamento dell’attuale situazione di stallo, volto alla ripartenza di un piano industriale forte che possa rendere il sistema dei trasporti autostradali italiano all’avanguardia”.
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