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Mario De Fazio

Un election day tra quattro mesi, nelle giornate del 13 e del 14 settembre. Le elezioni regionali in Liguria potrebbero tenersi in quei due giorni e l’ipotesi lanciata ieri dal premier Giuseppe Conte non raccoglie molti consensi – per diversi e a volte opposti motivi – da Sarzana a Ventimiglia, con il presidente della Regione Giovanni Toti che parla di potenziale «furto di democrazia». Di sicuro il governatore, che da tempo spinge insieme ai colleghi delle altre Regioni al voto per la fine di luglio, non è d’accordo con il compromesso che si sta delineando nei palazzi della politica romana. «Il voto è un diritto essenziale, che non può essere rimandato, spostato, stiracchiato a piacimento – attacca -. Ora che il Paese torna a vivere e dal 3 giugno non ci sarà più nessuna restrizione, neppure alle manifestazioni, quel diritto non può assolutamente essere rimandato ancora, né si può rischiare che in autunno un ritorno del Covid determini un altro, intollerabile rinvio: luglio sarebbe il mese più sicuro e più logico, magari l’ultima settimana. Se poi si ritiene che si debba andare a settembre, già fuori tempo massimo, lo si faccia all’inizio del mese. Rimandare di quattro mesi le elezioni sarebbe un furto di democrazia non giustificato». Ma la data delle elezioni è tema su cui le posizioni politiche travalicano le consuete appartenenze di coalizione. E così, nel centrodestra, la Lega ha una linea differente. «Settembre, come periodo in cui votare, per noi della Lega va bene – spiega il segretario ligure, Edoardo Rixi -. Vedo solo un problema sulla presentazione delle liste e credo che bisognerebbe dare la possibilità di raccogliere le firme fino al 30 luglio. Altrimenti le liste che non sono presenti in consiglio regionale avrebbero molte difficoltà a presentarsi. Politicamente per noi cambia poco». Ma l’ipotesi di election day al 13-14 settembre lascia qualche perplessità pure tra i giallorossi liguri, che oggi torneranno a riunirsi in videoconferenza e puntano a chiudere l’intesa sul programma, di modo da concentrarsi sul nome del candidato da contrapporre a Toti. «La soluzione dell’election day mi pare razionale, auspico si scelga in base a parametri oggettivi – argomenta il segretario regionale dei Dem Simone Farello -. Dibattiti sulla data non ne facciamo: qualsiasi data si sceglierà, saremo pronti». «Non siamo ossessionati dalla data del voto come Toti – aggiunge il capogruppo in Regione, Giovanni Lunardon – L’importante è che si voti in sicurezza, saremo pronti». Il Movimento Cinque stelle – sia a Roma che a Genova – è invece la forza politica che più invita alla prudenza e caldeggia l’opzione di votare a ottobre. «Vista l’importanza della giornata, in cui si voterà anche per il referendum, a nostro avviso sarebbe meglio collocare la data a ottobre, in modo da allontanarsi dal periodo estivo in cui le persone pensano ad altro e si staranno rialzando dalla crisi economica tante categorie di lavoratori – argomenta il deputato pentastellato, Simone Valente -. Senza voler togliere il diritto sacrosanto dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti, non si capisce l’ansia e la fretta di votare il prima possibile»