venerdì 17/04/2020

PAROLA PER PAROLA – UN MESE DI DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE LOMBARDO, CHE CAMBIA IDEA QUANDO LO FA SALVINI E PERÒ DICE: “NO, LUI NON C’ENTRA ASSOLUTAMENTE”di Ma. Pa.

L’interessato dice: “Assolutamente no”. Vogliamo fidarci di Attilio Fontana quando esclude categoricamente che Matteo Salvini abbia fatto pressioni su di lui per spingerlo ad abbracciare la narrativa della “fase 2”: cancelliamo dunque dai nostri appunti quanto sostengono fonti interne alla stessa Giunta lombarda, che descrivono l’avvocato varesino troppo prono, a differenza del collega veneto Luca Zaia, alle esigenze politiche del leader del suo partito. Tutta acqua della Fontana, insomma. Solo che il “governatore”, se la giravolta è tutta sua, dovrebbe spiegarla bene ai suoi concittadini: qualche giorno fa non si potevano aprire neanche le librerie, oggi tana libera tutti, salvo poi dire che sì, certo, con calma, adelante ma con juicio. Il breve regesto delle prese di posizione di Fontana lungo un mese spiega meglio di mille parole cosa va chiarito.

Eurochiusura. “È il momento che l’Europa dichiari la chiusura di tutta la parte produttiva” (16 marzo)

Ora basta. “Le nostre autorità sanitarie ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare”. Ne seguì la mitica ordinanza arrivata un paio d’ore prima del Dpcm del governo per chiudere cantieri, uffici pubblici, etc., ma non le aziende (21 marzo)

Vi vedo. “Oggi, non so se è una mia impressione, c’è troppa gente in giro” (30 marzo)

Nein! “Folle, insensata e irresponsabile”. Giulio Gallera, dopo una telefonata di Fontana alla ministra Luciana Lamorgese, contro la circolare del Viminale che predicava un po’ di tolleranza per chi portava fuori i figli piccoli vicino casa (1 aprile)

Guai a voi. “Bastano due giorni di notizie positive e provvedimenti che sembrano in senso più aperto e la gente pensa subito che sia finito tutto. Invece non è finito niente” (3 aprile)

Obbligo di sciarpa. In Lombardia è introdotto “anche l’obbligo per chi esce dalla propria abitazione di proteggere se stessi e gli altri coprendosi naso e bocca con mascherine o anche attraverso foulard e sciarpe” (ordinanza del 4 aprile)

Librerie. Il governo ha autorizzato l’apertura di librerie, cartolerie e alcune (poche) tipologie di aziende per martedì 14 aprile. La Lombardia, però, non ci sta e le richiude: “Sarà possibile acquistare articoli di cartoleria, di fiori e piante all’interno degli esercizi commerciali… già aperti” (ordinanza dell’11 aprile)

Contagio. “La libreria purtroppo uno la frequenta per sfogliare i libri, toccarli e poi rimetterli al proprio posto e questo può essere motivo di contagio” (12 aprile)

Milanesi nel mirino. “Ho sentito anche sui social la giusta rabbia di qualcuno che dice: a Milano c’è ancora troppa gente che si muove” (Giulio Gallera, 12 aprile)

Giù la cler. “Abbiamo chiesto insistentemente di poter tenere chiuso il maggior numero di negozi possibile” (13 aprile)

Peccato. “Aspetteremo quello che ci dicono i nostri esperti per capire: la curva sta rallentando, ma molto molto adagio. Io ero convinto che rallentasse più velocemente” (13 aprile)

Tutti dentro. “In Lombardia i numeri sono sempre costanti: non salgono ma non scendono. Siamo vicini all’inizio della discesa, se manterremo comportamenti virtuosi e rigorosi” (13 aprile)

La svolta/1. “Leggo ‘tutti fermi a casa fino a maggio’ e non è più sopportabile a lungo dal mio punto di vista” (Matteo Salvini, 14 aprile)

La svolta/2. “La Lombardia guarda avanti e progetta la nuova normalità. Dal 4 maggio la Regione chiederà al governo di dare il via libera alle attività produttive” (15 aprile)

Viva il caldo. “Lo dico senza valenza scientifica ma spero di non sbagliare: il caldo rallenterà il contagio e renderà il virus meno aggressivo. Mi auguro che il 4 maggio si possa cominciare una ripresa graduale com’è stato detto” (16 aprile)

N. B. Fontana è membro del Comitato per la fase 2 del governo che mira a riaprire gradualmente dal 4 maggio: quindi che vuole la Lombardia?

© 2020 Editoriale il Fatto S.p.A. C.F. e P.IVA 10460121006