martedì 14/04/2020

LE ORDINANZE 

FASE DUE – PICCOLE APERTURE IN VENETO E LIGURIA, PIÙ RESTRIZIONI IN PIEMONTE E LOMBARDIA, “PUGNO DI FERRO” DE LUCA IN CAMPANIA

Riaprono librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per bambini. “Un banco di prova, per controllare quanto movimento si genera”, nella definizione dell’epidemiologo dell’Università di Pisa Pier Luigi Lopalco. Ma non accade ovunque e con le stesse modalità. Anzi, in alcune Regioni le loro serrande resteranno abbassate. Perché anche nel seguire le indicazioni contenute nel Dpcm firmato il 10 aprile dal premier Giuseppe Conte i governatori confermano la tendenza ormai consolidata a procedere in ordine sparso.

Veneto e Liguria allentano le maglie

Luca Zaia, ad esempio, continua ad andare per la propria strada. Non appena si è capito che il “modello Vo’ Euganeo” per la tracciatura dei contagi ha funzionato, il presidente del Veneto si è spinto oltre annunciando il tampone diffuso. Ora il governo riapre alcune attività e lui fa ancora a modo suo. Il contenimento nella sua Regione sembra funzionare: passato dai+523 casi totali del 9 aprile ai+174 di ieri, Zaia ha rimosso il limite dei 200 metri da casa entro cui si poteva fare l’attività motoria (“è un atto di grande fiducia”, ha commentato, “non si può arrivare a 4-5 km, serve il buonsenso”), ma la distanza di sicurezza nelle file per entrare al supermercato passa da uno a 2 metri. Resta, inoltre, in vigore l’obbligo di entrare nei negozi con guanti e mascherina, e chi ha più di 37.5 di febbre non potrà scendere in strada. Le scampagnate del 25 aprile e del 1 maggio, poi, saranno possibili per il nucleo familiare ristretto e solo “nel giardino di casa”.

Anche la Liguria sceglie la strada di una cauta riapertura. In base al decreto di Protezione civile firmato ieri da Giovanni Toti, nella Regione – in cui resta stabile l’aumento di morti e contagi – i “piccoli cantieri edili” potranno ripartire, così come quelli navali. I giardinieri potranno riprendere il loro lavoro. I gestori di stabilimenti balneari e chioschi sono autorizzati a fare manutenzione e ripascimento delle spiagge, così come chi ha un orto o un frutteto potrà raggiungerlo per curarlo.

Lombardia e Campania, misure più stringenti

Anche la Lombardia si discosta ancora una volta dalla linea del governo, ma per motivi opposti. “Le nostre ordinanze sono sempre state più restrittive di quelle nazionali e hanno portato a una flessione del contagio”, ha detto ieri l’assessore al Welfare Giulio Gallera. Ma i bollettini pomeridiani non lasciano ancora intravedere la fine della tempesta. In 24 ore la Regione ha registrato altre 280 vittime, mentre l’aumento dei casi totali resta ben al di sopra delle mille unità: ieri sono stati 1.262. Già l’11 aprile il presidente Attilio Fontana aveva firmato un’ordinanza che prevede che fino al 3 maggio libri, penne e quaderni potranno essere acquistati solo al supermarket. Ma restano aperti i “negozi di articoli per neonati e bambini”. È confermato, poi, l’obbligo di coprire naso e bocca con mascherina o “qualunque altro indumento” per uscire di casa.

Librerie e cartolerie non riaprono neanche in Campania, che è solo la nona delle Regioni più colpite ma conta 248 morti e 3.670 casi totali. Poiché “risultano diffusi sul territorio nuovi e diversi cluster familiari e locali”, il giorno di Pasqua Vincenzo De Luca ha firmato un’ordinanza che dà un via libera limitato ai negozi di vestiti per bimbi, che potranno aprire solo il martedì e il venerdì, dalle 8 alle 14.Nonostante le pressanti richieste avanzate da pizzerie e pasticcerie, resta in vigore lo stop alla produzione e alla consegna del cibo da asporto. Per chi viola le norme sulle uscite da casa è confermata, oltre la multa, anche l’obbligo di quarantena domiciliare per due settimane.

Serrande abbassate per cartolai, librai e negozi per bimbi anche in Piemonte: 17.134 casi totali e 1.826 morti, la situazione della terza Regione più colpita dal morbo venuto da Wuhan continua a peggiorare. Il presidente Alberto Cirio ha prorogato fino al 3 maggio le restrizioni in vigore. In Trentino negozi per l’infanzia e librerie restano chiusi, ma potranno riprendere le attività produttive all’aperto e le attività nei cantieri, stradali ed edili a patto che sui luoghi di lavoro siano garantiti i termoscan e le mascherine.

Lazio, la terza via di Zingaretti

Nel Lazio le librerie potranno riaprire dal 20 aprile per dare tempo ai negozianti di trovare il modo per garantire la distanza minima tra le persone, reperire guanti monouso e favorire l’igienizzazione dei locali. Il 25 aprile e il 1º maggio, poi, gli esercizi resteranno chiusi.

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