Cinque medici del San Martino lavoreranno anche per il Santa Corona

ELENA ROMANATO
SAVONA
Sono tredici gli anestesisti che mancano nell’Asl2. Un problema che accomuna molte aziende sanitarie ma che sul nostro territorio si fa sentire in modo particolare. L’azienda sanitaria sta cercando soluzioni per far fronte ad una emorragia di personale che al Santa Corona ha portato a chiudere a turno, per 15 giorni le tre sale operatorie. A risolvere il problema ci hanno pensato la Regione con i medici del San Martino: 5 di loro a fine turno andranno a fare gli straordinari a Pietra Ligure per garantire l’operatività del Santa Corona.
I medici anestesisti rianimatori che mancano sono otto al San Paolo di Savona-San Giuseppe di Cairo (il 27%) mentre l’organico dovrebbe essere di 30 professionisti. Di 9 anestesisti rianimatori che dovrebbero essere all’ospedale di Albenga ce ne sono solo 6 (una carenza pari al 33% ) e al Santa Corona ne mancano 2 su 26 (l’8%). I concorsi sono stati indetti più volte dall’Asl ma al momento dei test sono in pochi a presentarsi. Recentemente l’Asl ha pubblicato una manifestazione di interesse rivolta ai liberi professionisti, compresi i medici pensionati, come stano facendo molte altre Asl in Italia, per farli rientrare in corsia. Se ci fossero delle adesioni sarà comunque una soluzione tampone, l’incarico sarebbe di un anno, che non risolve il problema alla base. «La carenza di anestesisti è a livello nazionale perché le scuole di specializzazione non ne formano a sufficienza – spiega il responsabile del Dipartimento di emergenza urgenza Brunello Brunetto – recentemente hanno aumentato il numero di iscritti ma i risultati si vedranno tra cinque anni». 
C’è poi la tendenza dei medici, in gran parte genovesi, di avvicinarsi al Comune di residenza appena possibile. «Ora la nostra Asl ha iniziato ad andare in sofferenza – prosegue Brunetto – con un’accelerazione improvvisa delle carenze di organico, negli ultimi tempi, dovuta a pensionamenti per la quota cento, trasferimenti in altre sedi, malattie importanti o licenziamenti per andare nel privato. Ora non è il caso di innescare una guerra tra poveri ma cercare di ragionare su un’ottica globale per trovare una soluzione al problema».
Aggiunge Brunetto: «Stiamo lavorando con la direzione per capire quale sia la migliore strategia da adottare – prosegue Brunetto – E’ ovvio che il mio dovere e quello della direzione aziendale sia di garantire il buon funzionamento dei quattro ospedali, innanzitutto sulle prestazioni di emergenza urgenza e sui reparti di terapia intensiva, sugli interventi chirurgici in emergenza-urgenza, sull’ostetricia, gli interventi sui pazienti oncologici e su quelle patologie dolorose o che creano problemi alla vita lavorativa o sociale dei pazienti. Ed è un obbligo garantire le prestazioni in base ai criteri di appropriatezza, nella struttura dove quella patologia viene affrontata al meglio». 
A rsiolvere il caso ci hanno pensato i sanitari del SanMartino che sono andati in soccorso al Santa Corona. Cinque anestesisti dell’ospedale genovese a fine turno lavoreranno anche per il Santa Corona e naturalmente saranno pagati a parte. Il conto finale verrà saldato dall’Asl2 che dovrà versare le quote all’Asl genovese per i servizi resi dai medici. —