domenica 12/01/2020

L’INTERVISTA 

ALFONSO BONAFEDE – ”IL CAPO DEVE RESTARE LUI: LAVORA TANTO, PUÒ FARE ANCHE IL MINISTRO”

Il Guardasigilli che del M5S è di fatto il numero due lo dice subito: “Non vedo una guerra contro Luigi Di Maio, perché per definirla tale servirebbe la partecipazione di molte persone. Invece è una minoranza che sta provando ad attaccare Luigi. Ma il capo politico è e deve restare lui”. Così la pensa il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Sarà pure una minoranza, ma solleva anche temi di buon senso: per esempio, come si possono svolgere assieme due ruoli come il capo politico e il ministro degli Esteri? 

Semplice, lavorando 24 ore al giorno come fa Di Maio, che si dedica senza sosta a entrambi i ruoli.

Non sembra sostenibile. Delegare è una necessità. 

Luigi non si è mai tirato indietro di fronte alla necessità di riorganizzare il Movimento, e infatti ha voluto il team del futuro e i facilitatori. Ora il M5S ha le spalle abbastanza larghe per governare il Paese e per rispondere alle esigenze dei territori.

Ma in tanti chiedono una gestione più collegiale, magari una segreteria politica. E in generale il malessere è diffuso, non trova?

Ripeto, è una minoranza che sfrutta la stampa, il mainstream, per avere un’eco. Io ricordo che il reddito di cittadinanza, il taglio dei vitalizi, quella dei parlamentari e la legge Spazzacorrotti sono obiettivi raggiunti con Luigi come capo politico.

Provocazione: Di Maio non farebbe bene a dimettersi, così da mettere gli altri di fronte alla responsabilità di gestire tutto?

Secondo me no. Deve portare avanti il suo lavoro.

A marzo ci saranno gli Stati generali. Come li immagina, come un Congresso?

Dovranno essere un momento di riflessione, sui contenuti e sugli obiettivi che si deve dare il M5S da qui a dieci anni.

Dovrete discutere anche della collocazione politica del Movimento. Per Beppe Grillo e Giuseppe Conte dovete restare stabilmente nell’area di centrosinistra. 

A mio avviso il M5S deve rimanere una forza post-ideologica, e valutare i contenuti che vengono portati avanti e le modalità con cui vengono realizzati.

Governate con il Pd però.

Non cambia. Dobbiamo mantenere la nostra natura, la nostra energia che guarda ai fatti prima che alle ideologie.

A proposito: se il dem Bonaccini perdesse in Emilia Romagna, tutti a casa?

Il voto in Emilia Romagna riguarda quella regione. Nessuna correlazione con l’esecutivo.

Per il Movimento però tira aria di disfatta. In caso di 4-5 per cento per Di Maio sarà di nuovo bufera. 

Abbiamo sempre avuto difficoltà nelle elezioni locali, e comunque non ragiono sui se. Ma sono convinto che in Emilia avremo un buon risultato

Nell’ultimo vertice di governo sulla giustizia avete trovato un compromesso sulla prescrizione, con il lodo Conte per gli assolti in primo grado: se il processo d’appello non si chiude entro due anni, la prescrizione torna a correre. Ma in diversi hanno dubbi sulla costituzionalità della soluzione, perchè differenzia assolti e condannati. 

Non è la mia norma di partenza ma dagli uffici del ministero ho ricevuto primi feedback positivi: non è la prima volta che si introduce una distinzione del genere.

Questa norma per lei non è una sconfitta?

No. È un passo avanti compiuto grazie al presidente Conte e può essere lo snodo per dare ai cittadini processi più veloci. E poi le impugnazioni degli assolti rappresentano il 2 e il 3 per cento del totale, una cifra gestibile. Detto questo, il punto centrale è che la riforma della prescrizione dal primo gennaio è una legge dello Stato. L’obiettivo di non permettere più isole di impunità è raggiunto. E resterebbe blindato anche con il correttivo proposto da Conte.

Maria Elena Boschi ha definito “insufficiente” la sua proposta: Italia Viva è pronta a votare la proposta di legge del forzista Costa, per tornare alla vecchia normativa. Se lo facesse sarebbe crisi di governo?

Lo scorso vertice si era concluso con l’impegno di tutti i partiti di valutare le proposte messe sul tavolo. E Pd e Leu avevano apprezzato l’apertura. Ciascuno fa politica come vuole, e non è il mio modo di farla minacciare di votare testi di Forza Italia. E poi ricordo che parliamo di una proposta del presidente del Consiglio.

Però servono risorse per la giustizia: altrimenti, altro che processi veloci. 

Questo mantra degli investimenti deve finire. Con le risorse che abbiamo stanziato da qui a tre anni non ci saranno abbastanza stanze per i giudici nelle Corti d’Appello. Da quando mi sono insediato abbiamo già assunto 1.125 persone, e lo scorso 3 gennaio abbiamo assunto 251 magistrati. Parliamo di un piano complessivo di quasi 9mila assunzioni.

Quando presenterà il nuovo testo della riforma del processo penale ai partiti?

Tra martedì e mercoledì. Conto di portarla da qui a due settimane in Cdm. Tutti i partiti si erano impegnati per realizzare la riforma: il patto con i cittadini va rispettato.

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