
Noi, martoriati elettori del Movimento 5 Stelle. Noi, dico, quelli che come me ancora ci credono, che già abbiamo avuto i nostri dispiaceri nell’aver assistito alle defezioni di diversi ex verso lidi più proficui e che per questo non meritano neanche di essere citati. Noi, quelli che ancora seguiamo le logiche di Gianroberto Casaleggio secondo le quali una buona idea non è di destra né di sinistra. Noi, quelli che abbiamo accettato di buon grado che il trovare accordi con un pezzo o l’altro della vecchia casta politica sarebbe stata l’unica via, se volevamo portare a casa i nostri ideali di giustizia sociale. Noi, quelli che abbiamo avuto ragione, perché nonostante l’ingombrante e faticoso primo coinquilino di Governo, un one man show come Salvini Matteo, siamo stati ripagati con leggi come il Reddito di Cittadinanza, la Spazzacorrotti e Il Decreto Dignità. Noi che non ci perdiamo negli assolutismi del “maiconlaLega” e del “maicolPd”, perché lo sappiamo bene che entrambi hanno un tasso altissimo di corruzione. Noi, quelli che grazie alla nostra vena di pazzia riusciamo a decodificare anche i pensieri più ermetici di Beppe Grillo e ne condividiamo, come sempre, la lungimiranza. Noi, quelli che non idolatriamo nessun eroe a 5 Stelle, perché ad essere eroico, nel suo tentativo di rovesciare il sistema marcio che ci governa, è il Movimento. Punto.
Noi, quelli che siamo costretti alla gogna quotidiana di quelli che “mifateschifomaresto”, I Paragone’s style, che ogni giorno spargono il loro verbo divisivo a destra e a manca e non si sa bene a vantaggio di chi. Noi, poveri illusi a 5 Stelle, a cui è toccato in sorte di assistere in queste ore, addirittura alle dimissioni di un ministro pentastellato (?) dal suo dicastero, ma non dalla sua poltrona di parlamentare. Un certo prof. Fioramonti affetto da iper-ego (uno fra i tanti), che non si capisce bene perché ci sia finito in un Movimento di sgarrupati come il nostro, che ancora vanno sostenendo che “uno vale uno”.
Noi, grandi incassatori grillini, che abbiamo imparato a gestire la nostra rabbia quando i media, a testate e reti televisive unificate, macinano fandonie contro il Movimento e gongolano nel raccontare delle spaccature al suo interno. Ci danno per morti un giorno si e l’altro pure.
Ecco, a noi, irriducibili grillini, ci tocca assistere inermi ed incazzati, al suicidio lento del nostro Movimento per mano delle sue stesse cellule, dei suoi stessi uomini. Un po’ come quando un sistema immunitario impazzito, attacca i suoi stessi organi.
E, ironia della sorte, questo sta avvenendo mentre il Movimento sta continuando a macinare risultati epocali.
La legge sul taglio dei Parlamentari è realtà e il referendum confermativo non potrà che ribadirlo.
Fra una manciata di giorni entrerà in vigore la nostra riforma sulla prescrizione, che finalmente (!), verrà bloccata dopo il primo grado di giudizio. Legge da decenni invocata dal PD che ora trama per boicottarla. Ma intanto tiene la sua di legge, nel cassetto. Sa bene che se la portasse in Parlamento perderebbe consensi . Forse lo farà Renzi ormai pappa&ciccia con il suo fratello diverso Salvini? Non ci credo.
Intanto Bonafede ha stoppato anche la legge bavaglio sulle intercettazioni: si riscrivera’, ha vinto lui, un 5 Stelle.
E ancora: grazie alla perseveranza dei 5 Stelle la revoca delle concessioni autostradali ai Benetton è sempre più vicina. Oggi più nessuno osa difenderli. 43 vittime della loro incuria e ingordigia avranno giustizia.
E poi il Decreto clima, il secondo Decreto terremoto, nascono dalle nostre corde, corde pentastellate.
Tutto questo, e non solo questo, prodotto dai 5 Stelle in neanche 4 mesi di Governo.
E mi viene da ridere, anzi, da piangere, a pensare a ciò che avremmo potuto realizzare se si fosse andati tutti d’amore e d’accordo.
Quella scatoletta di tonno, a quest’ora, l’avremmo già aperta del tutto.
