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La trattativa infinita è al capolinea O forse no

(Marcello Sorgi) la stampa

L’infinita trattativa sulla manovra di fine anno sembra essersi conclusa ieri. Il “sembra” è d’obbligo, anche se ormai l’iter parlamentare della legge di stabilità è entrato in dirittura finale e il governo, come tutti gli anni, dovrebbe mettere a punto il maxi-emendamento finale sul quale verrà posta la fiducia per l’approvazione definitiva. Ma anche in questo caso il condizionale è indispensabile, perché quest’anno, come nel 2018 ma diversamente dai precedenti, la trattativa non si è svolta in Parlamento tra maggioranza e opposizioni, ma a Palazzo Chigi, in un’interminabile serie di vertici, all’interno della maggioranza, intrecciandosi con le ininterrotte esigenze di propaganda dei partiti dell’alleanza (si fa per dire) giallo-rossa.
Così che anche per gli ultimi 400 milioni di risorse (poco più del dieci per cento di una manovra da oltre 30 miliardi, due terzi dei quali assorbiti dalla cancellazione degli aumenti dell’Iva) si è litigato per due giorni, alla presenza di un estenuato Conte, che ha dovuto mediare fino all’ultimo. Ad impuntarsi stavolta era Italia viva, il partito di Renzi che si è battuto per far credere di essere il solo ad aver impedito una pioggia di mini-tasse (sulla plastica, sulle bibite gassate, sulle auto aziendali) che il ministro dell’Economia aveva inserito per far quadrare i conti. Doppio quindi l’obiettivo dell’ex premier, danneggiato nei sondaggi in questi ultimi giorni dalle conseguenze dell’inchiesta sulla Fondazione Open a lui vicina, e bisognoso pertanto di invertire la tendenza: presentando il proprio come «partito no-tax» e il Pd come «partito-sanguisuga». Come possa essere creduta una storia del genere, dato che il ministro Gualtieri bene o male ha trovato le risorse per cancellare 23 miliardi di rincari dell’Iva, questi sì in grado di cambiare segno alla manovra e ai bilanci delle famiglie, è difficile capire. Ma Renzi, come nei giorni scorsi Di Maio sul “Mes” e sulla prescrizione, ci tiene a marcare la sua presenza (e talvolta la sua assenza) a qualsiasi costo. Tal che non sarebbe sorprendente che le conclusioni del vertice di ieri venissero rimesse in discussione oggi. Succede quando governo e opposizione stanno nella stessa coalizione, finché dura.
 

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