
francesco grignetti
roma
Sono giorni infuocati per il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. La sua riforma della prescrizione ha scatenato le ire degli avvocati e dell’opposizione, ma anche con Italia Viva e con il Pd non va meglio. Quando però si era sull’orlo del baratro, c’è stata una svolta. E ora il Guardasigilli dice: «Con la riforma del processo civile, licenziato giovedì, abbiamo dimostrato che questo governo può essere compatto. Perché non nel penale?».
Perché ministro?, solo sul processo civile sono note liete…
«E’ stato facile perché contiamo con la riforma di dimezzare i tempi dei processi e introdurre l’obbligo delle notifiche digitali. E secondo il 90 per cento degli italiani, questa è la vera priorità. D’altra parte, si sa, il processo civile impatta su tutti, trasversalmente: il singolo cittadino, l’artigiano, l’imprenditore. Anche l’investitore dall’estero che guarda alla classifica Doing Business».
Invece sul penale sono note dolenti.
«Proprio pensando al civile, io dico: lavoriamo sul penale con lo stesso metodo e lo stesso obiettivo. Si può fare, no? Dobbiamo essere ancor più stimolati».
Voi del M5S siete irremovibili sull’entrata in vigore della stop alla prescrizione il 1 gennaio prossimo?
«Noi diciamo che la riforma della prescrizione è legge ed entrerà in vigore con l’anno prossimo. Dopodiché, siccome i primi effetti processuali si avranno intorno al 2024, c’è il tempo per una riforma del processo penale che accorci i tempi. Ci sono diverse proposte. Io ho presentato la mia bozza ai primi di ottobre. Parliamone».
Renzi è stato particolarmente aspro, definendo “aberrante” il blocco della prescrizione. Non si sta scavando un solco più ampio tra di voi?
«Non voglio giudicare le parole di nessuno. Nemmeno quelle di Renzi. Le lascio a lui. E’ evidente che tra noi ci sono modi opposti di intendere la politica. Ma io ora sono qui a lavorare. E chiedo a tutti, parlamentari del Pd, di IV, di Leu: se avete buone idee, sottoponetele. Io non pretendo di avere le risposte migliori, però, da civilista, ho chiesto consiglio sia agli avvocati penalisti, sia ai magistrati. E credo che nella mia bozza di riforma ci siano buoni spunti».
La caricano a testa bassa.
«Ne sento di tutte. Dicono che sarei un incivile. Ma se la prescrizione così com’è la abbiamo solo in Italia e in Grecia, significa che sono tutti incivili nel resto del mondo?».
Che pensa delle proposte del Pd su una cosiddetta prescrizione processuale, con fasi obbligate del processo, e il procedimento decade se si sforano?
«Penso che non si può far rientrare dalla finestra quel che è uscito dalla porta. Il principio da salvaguardare è che al termine del primo grado di processo non dovrà più accadere che si va tutti a casa senza sapere qual è la risposta dello Stato, se colpevole o innocente. Questo si chiama prescrizione: secondo me era una vergogna ed è un vanto averla cancellata. Quindi, io rispetto le opinioni di tutti, ma la prescrizione processuale, farebbe rientrare in gioco qualcosa che si è fatto uscire. Il problema è che ci si concentra troppo sul tetto e non sulla velocizzazione del processo».
Dicono tutti: se nei tribunali non arrivano i rinforzi, non si va da nessuna parte.
«Lo dicevo anche io prima di fare il ministro, ma gli investimenti ora sono stati fatti: nel gennaio prossimo pubblicheremo le nuove piante organiche, con 600 magistrati più di prima. Sono già indetti i concorsi. In tre anni, avremo tutti i nuovi togati. Da quando mi sono insediato, abbiamo già assunto 1125 persone. Entro il 2020, avremo altri 4400 assunti tra funzionari giudiziari, cancellieri, tecnici informatici, statistici, contabili, conducenti. E’ una leggenda metropolitana che non si facciano investimenti».
Sono passati 12 anni dalla strage della ThyssenKrupp e i condannati sono a piede libero.
«Ho promesso di fare tutto il possibile, ma il caso di quei due manager tedeschi condannati in Italia è sempre all’esame della magistratura in Germania. Ovviamente anche lì la magistratura è autonoma e indipendente e il governo non può intervenire. Comunque noi insistiamo in ogni occasione e tengo sempre informati i familiari. E’ inimmaginabile che in un’Europa unita, basti valicare la frontiera per sottrarsi alla giustizia».
