giovedì 21/11/2019
L’EX GOVERNATORE HA SPONSORIZZATO LA CANDIDATURA DELL’EDITORE RUBBETTINO, POI RITIRATOSI

“Ma lei ha visto in tv Mattia Santori, il ragazzo leader del movimento delle sardine? È strepitoso”. Primo colpo. Secondo. “Al punto in cui siamo arrivati, nella mia Calabria squassata dalle divisioni politiche interne al Pd e ai Cinque Stelle, sia il Movimento a proporre un candidato. Di Maio scelga un nome forte della società civile calabrese e si vada uniti alle elezioni”. Ad assestare i due colpi al cronista è un politico della Prima Repubblica. Stiamo parlando di Agazio Loiero, classe 1940, calabrese di Santa Severina, democristiano a tutto tondo, già deputato, quindi sottosegretario nel governo D’Alema nel 1998, ministro per due volte, eletto governatore della Calabria nel 2005 col 60% dei voti, tra i 45 padri fondatori del Pd.
Ha visto in tv Mattia Santori, il ragazzo leader delle sardine? È strepitoso, si stanno risvegliando le piazze
Presidente, quindi lei simpatizza con le “sardine” e il loro movimento?
Certo, stanno risvegliando le piazze italiane, pongono all’attenzione questioni serie, parlano della qualità della nostra democrazia e dei pericoli di derive autoritarie, ma…
Ma?
A quel ragazzo eccezionale e ai suoi amici non affiderei il governo del Paese. Governare è operazione complessa, è fatica, conoscenza dei problemi drammatici che affliggono l’Italia.
Per le Regionali calabresi lei invita i 5S a proporre al Pd un nome forte della società civile.
Ho tifato perché Zingaretti facesse l’alleanza di governo con il M5S, anzi, ero per questa soluzione già dopo le Politiche. Oggi sono convinto che quella di Di Maio di non presentare liste in Calabria e in Emilia, sia una scelta sciagurata. Se si perde arriva l’apocalisse sul governo e lui stesso si deve dimettere. Ma Di Maio ha capito cosa è successo alle ultime Europee? I numeri parlano di un travaso di voti dal suo movimento al partito di Salvini, in Umbria il M5S ha racimolato un 5%, davanti a dati del genere come si fa a rimanere inerti? Allora rassegnatevi e fate governare Salvini, così il leader della Lega sperimenterà il conflitto drammatico tra promesse e realizzazioni di cui parla Michele Salvati.
Per la Calabria un nome di alto profilo c’era, quello dell’editore Florindo Rubbettino. Lei era uno degli sponsor di questa candidatura.
Nelle settimane passate ho registrato quanta preoccupazione c’era nel Pd e in altri ambienti, e mi sono attivato. Rubbettino mi sembrava la scelta più adatta, un profilo di imprenditore e uomo di cultura che avrebbe rotto tutti gli stereotipi sulla Calabria. Si era reso disponibile, ma si è trovato da subito l’attuale governatore del Pd, Mario Oliverio, contro, i 5S divisi, Renzi che annuncia di non voler fare la lista. Cannonate ad alzo zero che lo hanno indotto a ritirarsi, ma ha sbagliato, perché il suo nome avrebbe travolto tutte le resistenze.
E ora avanza la candidatura di Mario Talarico, il re delle cravatte.
Credo che anche lui si ritirerà. Mi lasci dire, però, che mi colpisce tanta generosità, tante disponibilità a candidarsi, c’è qualcosa sul piano della logica che non quadra.
Cosa?
Si corre a candidarsi in una regione che ha raggiunto livelli di crisi mai visti prima. Scappano i giovani, la sanità è a pezzi, il Pil sprofonda, Francesco Samengo, presidente dell’Unicef Italia, pubblica dati allarmanti sui Net (giovani che non studiano e non lavorano), in Calabria sono il 36,2%, un bambino su due da noi fa fatica a comprendere un testo scritto. Qui ci stiamo giocando anche il futuro, eppure si corre e ci si dilania per le candidature. Questi dati, insieme ai sondaggi, hanno spinto Zingaretti a chiedere ad Oliverio un passo indietro.
L’onorevole Enza Bruno Bossio, attaccando un altro parlamentare del Pd, Antonio Viscomi, ha detto che a convincere Zingaretti a sostituire Oliverio è stato il procuratore Gratteri.
Non bisognava fare affermazioni del genere, neanche se i fatti fossero stati veri, e non lo sono nel modo più assoluto.
