mercoledì 09/10/2019
LEGHISTA – È IN CORSA PER GOVERNARE L’UMBRIA, MA DA SINDACA HA LASCIATO UN DISAVANZO DA 1,6 MILIONI

“Follow the money”. La regola base dell’inchiesta sul caso Watergate vale, oltre 40 anni dopo e parecchio più in piccolo, pure in Umbria. Seguire i soldi, in questo piccolo comune di 6mila anime arroccato tra i vigneti e gli uliveti, significa leggere bilanci con previsioni un po’ troppo ottimistiche (eufemismo) per illuminare la parabola di Donatella Tesei, candidata governatrice da Matteo Salvini.
Qui a Montefalco, negli ultimi dieci anni il sindaco è stata proprio Tesei, avvocata 61enne dal 2018 elette in Senato con la Lega. Palazzo Madama, però, non le basta: lei è ambiziosa e Salvini ritiene che la sua “capacità amministrativa” possa essere la caratteristica giusta per conquistare l’Umbria dopo decenni di governi rossi. Eppure non è tutto così semplice, perché la situazione del Comune di Montefalco e non è rosea come servirebbe a Tesei e alla Lega.
Il gruppo consiliare “Siamo Montefalco” ha spulciato le carte e studiato i bilanci dal 2010 ad oggi e il quadro che ne esce fuori è chiaro: il prospetto del 31 dicembre 2018 allegato al rendiconto consuntivo approvato dalla Giunta Tesei certifica un buco di bilancio da 1.617.672,16 euro che, spalmato sui 5.626 abitanti, significa un disavanzo “pro capite” di 287 euro. Un valore molto più alto rispetto ad altri comuni umbri con grossi problemi come Perugia (204 euro) e Terni (233 euro).
Dal 2010 in poi la situazione di Montefalco è andata via via peggiorando: il prospetto riepilogativo del triennio 2010-2012 certifica come di anno in anno l’avanzo dell’amministrazione sia continuamente diminuito (da 4,2 milioni nel 2009 a 2,2 milioni dopo un solo anno di “cura Tesei” fino ai 919 mila euro del 2012).
Nel 2017 è intervenuta la Corte dei Conti dell’Umbria che, analizzata la situazione fino al 2014, ha certificato “uno squilibrio tra gli accertamenti e gli impegni” finanziari. Il problema, scrivono i giudici contabili nella sentenza letta dal Fatto, erano i cosiddetti “residui attivi”: l’amministrazione sovrastimava le entrate fiscali e puntualmente ogni anno incassava una cifra inferiore. Peccati che poi quei soldi venissero spesi ugualmente.
Il differenziale tra le entrate stimate e quelle effettivamente riscosse si è accumulato di anno in anno fino ad arrivare agli 1,6 milioni di disavanzo attuale. A febbraio la Giunta è stata autorizzata a chiedere alle banche un prestito fino a 1,2 milioni per pagare i fornitori e a luglio la responsabile dell’area finanziaria della nuova giunta di centrodestra, Maria Vittoria Paglialunga, è stata costretta ad approvare una manovra “lacrime e sangue” per scongiurare un altro mezzo milione di disavanzo tagliando servizi, aumentando in modo retroattivo l’addizionale Irpef e mantenendo ai valori massimi Imu e Tari. Per questo i consiglieri comunali di opposizione hanno preparato un esposto che sarà presentato all’Anac e in Procura.
Lunedì Tesei ha risposto dicendo che “non esiste alcun buco di bilancio” ammettendo un disavanzo di soli 375mila euro e che il “riaccertamento straordinario dei residui è già stato coperto in 30 anni”. Ergo: saranno ripagati in trent’anni come prevede la legge, ma il disavanzo resta. Anche Matteo Salvini la difende: “Andateci a Montefalco – ha detto al Corriere dell’Umbria – non ci sono turisti solo a Ferragosto, è un comune bello. I problemi di bilancio? Tutto risolvibile”. Convinto lui.
