Il sindaco Garbarini: «Nessun divieto, segnalazione basata su vecchi modelli». Ma ammette: «Serve uno studio approfondito su tutta la zona di via Garibaldi»

Giovanni Vaccaro Albisola – Un ginepraio burocratico sta complicando l’iter per la trasformazione delle aree industriali dismesse di Albisola in una nuova zona residenziale. Dopo la lunga gestazione dei progetti per la conversione dei fabbricati della ex Grandis e della ex Cooperativa Stovigliai (poi diventata Piral), sembrava che il piano avesse imboccato finalmente una strada in discesa. Invece si profila un momentaneo ostacolo, rappresentato da uno studio della Regione sulle aree a rischio idrogeologico.

Sulle aree di via Casarino, dove sta procedendo il progetto per realizzare tre torri residenziali da 11-12 piani e un albergo a quattro stelle da almeno 160 camere, incide la vicinanza con l’alveo del torrente Sansobbia, ma soprattutto il livello della retrostante via Garibaldi, che si trova in un’area di depressione, ossia è più in basso del livello del mare. Il problema è che le acque piovane, ma anche quelle portate da una piena del torrente rischiano di restare “intrappolate” in quella zona. E quindi la Regione frena sull’approvazione del Puo (Progetto urbanistico operativo) in variante.

In Comune, però, non si fanno drammi. Al momento nessun atto è stato formalizzato dalla Regione, quindi non esiste una vera e propria bocciatura. «Abbiamo recepito una mappatura che riguarda una parte di via Casarino – spiega il sindaco Maurizio Garbarini -, non c’è un divieto a procedere, ma è stato segnalato un potenziale problema di “laminazione” dell’acqua, che però si basa su modelli ormai superati». Tra l’altro il complesso (di fatto un nuovo quartiere con 200-230 nuovi alloggi e l’hotel) che verrebbe edificato al posto delle industrie dismesse rappresenta un volume inferiore all’esistente.

«I volumi esistenti non sono a rischio e si costruirà su aree già edificate, ossia senza sfruttare terreni liberi – aggiunge Garbarini -, serve piuttosto uno studio sulla particolarità di quella zona e i lavori che si potrebbero eseguire per superare il problema. Via Garibaldi è sempre stata una zona di depressione, è noto e i tecnici hanno previsto accorgimenti per far sì che con i nuovi interventi si risolva il problema. Ci sono ancora margini per superare la questione, contiamo di fare o far eseguire uno studio approfondito sui livelli di quella zona in particolare. In più, a monte, il rischio idrogeologico del rio Basco sarebbe eliminato con il canale scolmatore». Un’opera già prevista nella zona a monte del casello autostradale di Albisola, ma legata ai lotti successivi dell’Aurelia Bis. Il riutilizzo delle aree industriali dismesse è un argomento di costante discussione ad Albisola. Da una parte è spinto da chi vorrebbe cambiare aspetto alla zona, cancellando i residui di un passato industriale oggi pericolanti e in completo degrado, dall’altra chi teme una colata di nuovo cemento su quasi ventimila metri quadrati lungo via Casarino.