(Tommaso Merlo) – Un ducetto da solo non può fare nulla, un regime si regge sui suoi leccapiedi. Quelli che lo difendono a spada tratta qualunque fesseria combini. Quelli che fanno a gara fra loro per entrare nelle sue grazie e servirlo. L’Italia è zeppa di leccapiedi fin dalla notte dei tempi. Ed è grazie a loro che sono emersi come premier i peggiori ciarlatani che un paese democratico possa immaginare. Uomini inetti e moralmente indegni che han fatto solo danni, ma che grazie ai loro leccapiedi sono andati avanti per anni. Per levarsi quei ducetti dai piedi, sono dovuti scoppiare dei pandemoni in Italia. Ed ogni volta, crollato quel regime di cartone, i leccapiedi si sono guardati indietro stupefatti per aver abboccato a quel ciarlatano ed essere stati complici dell’ennesimo disastro. Ma invece di assumersi le proprie responsabilità e crescere, i leccapiedi danno sempre la colpa al vecchio ducetto e così si lavano la coscienza e sono pronti a leccare i piedi a quello successivo. Un tarlo culturale prima ancora che politico e difficilissimo da debellare. Oggi le mandrie di leccapiedi che affollano il Belpaese si sono invaghite di Salvini. Per molti aspetti il ducetto peggiore degli ultimi decenni. Perché all’arroganza e all’ottusità e all’ipocrisia, unisce un freddo cinismo e uno spessore culturale imbarazzante. Siamo a livello da bar sia nei modi che nei contenuti. E anche come idee, Salvini è espressione di una destra molto più conservatrice ed aggressiva del passato, una destra molto più estrema e retrograda. Ma i leccapiedi in genere non valutano nemmeno le idee politiche del loro amato ducetto, non si sforzano di scorgere valori e contenuti dietro le quinte. I leccapiedi s’invaghiscono dell’uomo, della sua personalità e si affidano a quella con una fiducia che dopo decenni sa di follia. È la persona ad incarnare il programma e gli ideali e delegano a quella il destino del proprio paese. Quanto al compito dei leccapiedi non è partecipare alla vita democratica, non è informarsi e sviluppare un proprio punto di vista. Il loro compito è abbassare la testa e leccare i piedi bevendosi ogni panzana che esce dalla bocca del loro idolo. E più il ducetto è mediocre, più si riconoscono in lui e più lo adorano. E più il loro ducetto sbaglia, più lo difendo. Ai leccapiedi piace sentirsi protetti, piace ubbidire e seguire il gregge e piace perfino venire maltrattati. Più il loro ducetto è duro, più gli dona sicurezza, senso di appartenenza. I leccapiedi possono anche essere molto diversi tra loro, quello che li unisce è l’odio verso chiunque osi attaccare il loro idolo. Un odio verso i nemici che il ducetto alimenta per compattare le fila ed accrescere il proprio consenso e quindi potere. Da sempre in Italia, appena emerge un insulso ducetto come Salvini, si ritrova circondato da orde di servitori e protettori. In piazza tifosi implacabili, nella politica freddi complici, nei palazzi servitori della sua persona invece che dello stato. È sempre successo così, milioni di italiani invece di crescere ed emanciparsi come cittadini liberi, si accontentano di leccare i piedi di qualche ducetto in attesa dell’ennesimo disastro.