
(Bartolomeo Prinzivalli) – Molti sono i fatti di cronaca susseguitisi negli ultimi giorni, ancor di più le interpretazioni scaturite, come ovviamente ciò abbia influito sulle intenzioni di voto degli italiani lo mostrano “inequivocabilmente” i sondaggi.
Lega 38%: ormai proiettato verso l’infinito ed oltre, il carroccio punta a macinare ogni record, che manco la DC dei tempi d’oro. Il capitano mio capitano uno e trino non ne sbaglia una, e pure quando sbaglia non se ne accorge nessuno. Ogni sua dichiarazione è storia, ogni sua minaccia patriottismo, ogni suo insulto poesia, ogni suo rutto brezza mattutina, ogni suo selfie opera d’arte. Ormai è divenuto così famoso che la prossima volta sarà il sacro cuore di Maria a menzionarlo in un’invocazione, non viceversa. Figuriamoci se lavorasse. Fondamentale e necessario ai fini del bipolarismo, piace tanto ai sostenitori quanto agli avversari, poiché ne acuisce l’identità in contrapposizione, e per un popolo di tifosi conta soprattutto questo, per cui lunga vita e prosperità. Che in sostanza abbia combinato poco o nulla non importa, tanto la politica non deve risolvere problemi, ma consolidare posizioni dinnanzi ad essi per garantirsi elettorato e di conseguenza potere. L’italiano a cui viene risolto un problema lo archivia e passa al prossimo, dimenticando in fretta; ciò politicamente è controproducente, e la Lega ha l’esperienza necessaria per comprenderlo appieno.
Pd 22,6%: tiene il centrosinistra dopo aver finalmente ritrovato la propria identità, ossia quella di conquistare lo spazio dei denigratori della Lega sui temi sociali ed ideologici, poiché su quelli giudiziari e dei privilegi l’aderenza è massima. Sugli orrori di Bibbiano Zingaretti ha detto di non strumentalizzare, quindi non si fa; invece la sortita sulla SeaWatch con tanto di pigiama party documentato sul ponte va strumentalizzata eccome. Consip e CSM non pervenuti, in fondo sono inchieste la cui gravità estrema, evidentemente trascurabile, dovrebbe essere messa in risalto da stampa e media, se solo fossero indipendenti. Per il resto le solite dichiarazioni da cassandre: una cavalletta qui, un fiume tinto di sangue là, una pestilenza su, una carestia giù e l’elettorato è soddisfatto, oltre ovviamente alle solite ricette per superare la crisi. Creata da chi, non si sa. Sulla vicenda della Rackete che sia prosciolta o condannata poco importa, ormai le tifoserie sono divise ed il fatto che fosse o meno rigore non farà cambiar loro opinione, stessa indifferenza sulla sorte dei migranti, stavolta spersonalizzati alla stregua di merce, come in effetti sono stati trattati. Che Paese meraviglioso.
MoVimento 17,2%: continua il crollo inesorabile dei 5 stelle, esclusi dalla bagarre che ha giovato ai contendenti. Perdente in partenza la politica dei no: no alle olimpiadi, al TAV, ai vitalizi, ai Benetton, ai finanziamenti a radio private, alla corruzione, alla mafia, ecc. Alla gente non piace il no, la indispettisce. Ovviamente se avessero detto di sì sarebbe stato visto come un tradimento, mentre il forse sarebbe stato interpretato come mancanza di spina dorsale ed incapacità di prendere posizione. Forse solo la dipartita sarebbe vista positivamente, ma solo perché in Italia i defunti sono gli unici di cui si parla bene. Le ultime cifre dell’Istat sul calo disoccupazione a nulla servono, dato che tutto il merito se lo sono spartiti i due Matteo, uno col decreto sicurezza (??) e l’altro col Jobs Act (???). Ad un certo punto si è temuta anche una rivendicazione dagli autori della riforma agraria del 1950 (poi si è scoperto che erano tutti passati a miglior vita), anche se in pochi ci avrebbero creduto: quelli erano altri tempi, e di sicuro altri uomini. L’onestà non tornerà di moda, la comunicazione men che meno. C’è chi si accontenta anche così.
Forza Italia 6,5%: regge la creatura di Berlusconi come la sua dentiera, nonostante in molti vi si aggrappino per non cadere nell’oblio. Le dichiarazioni taglia e cuci del suo leader per conferirgli una parvenza di filo logico lasciano trapelare il malessere evidente degli eletti, alla ricerca di soluzioni per evitare l’estinzione ormai prossima. Qualcuno parla di congresso, altri abbandonano la nave; molti si propongono come remora, ma non del vecchio squalo ormai focalizzato a nascondere le magagne dell’età bensì del predatore verde che possa garantire un minimo di gloria riflessa, sperando che ci sia ancora spazio nel mercato per buoni parassiti referenziati e con esperienza.
Fratelli d’Italia 6,4%: buon momento per la Meloni, che pare aver trovato la propria dimensione nel campo delle demolizioni navali, distaccandosi da quello inflazionato delle ruspe. Riuscisse ad affondare almeno un pedalò potrebbe ambire persino alla doppia cifra, ma sembra dura, al momento, come una zucchina di mare.
+Europa 2,8%: dopo il salvataggio pubblico di Radio Radicale il partito della Bonino vive una seconda giovinezza. Se dovesse concretizzarsi la procedura d’infrazione minacciata dalla commissione europea i voti potrebbero addirittura raddoppiare, perché il masochismo è bello ed il dolore fortifica.
Verdi 2,7%: dato che le mode passano troppo in fretta adesso funziona la Rackete, Greta ha perso appeal. Si attendono nuovi testimonial, sono aperte le selezioni.
Sinistra 1,5%: da chi è che dovevano ripartire oggi?
Questo il quadro d’insieme. Alle prossime rilevazioni…
