(Tommaso Merlo) – Di Battista col suo libro sta offrendo idee e contenuti e perfino pezzi di anima a un Movimento che vive una crisi bizzarra. Il Movimento governa bene, sta mantenendo le promesse, è l’unico che non ruba, eppure in un anno ha dimezzato i voti seppur alle europee. Roba mai vista in politica. Eppure i fatti dicono che milioni di persone non si sentono più rappresentate dal Movimento in questa fase. Ed è proprio in questo che Di Battista può essere fondamentale. A recuperare quel patos e quel rapporto con la società che il Movimento ha perso passando dalla “lotta” al “governo”. Tra chi ha voltato le spalle al Movimento ci sono molti traditori, molte vittime di una stampa da terzo mondo, molti che del Movimento non sono in realtà mai stati, ma anche molti delusi “veri”. Delusi che però non hanno votato il vecchio regime, sono stati a casa. Come se volessero mandare il messaggio di essere disposti a rivotare a 5 stelle non appena si riconosceranno ancora nel Movimento. Milioni di cittadini che non possono certo essere ignorati e che poco hanno a che fare con la “riorganizzazione interna” e molto di più con la percezione del governo gialloverde. Per tentare di ricucire lo strappo coi delusi, oggi come oggi non c’è nessuno meglio di Di Battista. E questo non solo perché è il migliore comunicatore, ma anche perché è promotore di temi politici e culturali che costituiscono l’anima del Movimento. Temi che il Movimento non ha tradito, ma che governando con la Lega ha accantonato. Un grosso errore anche se comprensibile. Troppa roba da fare e la responsabilità nazionale non è uno scherzo, ma c’è un contratto. C’è una lista di cosa da fare con la Lega, non un’alleanza. E il Movimento ha tutto il diritto di portare avanti le sue idee e i suoi valori nella società anche se a Salvini non piacciono. Al governo, il Movimento deve procedere col freno a mano tirato per mantenere gli equilibri, ma fuori ha tutto il diritto di guardare oltre questa esperienza gialloverde, rivendicando la sua diversità e rinnovando la sua agenda per il futuro. Cittadini esasperati da anni di crisi economica e marciume politico, vogliono che le proprie ambizioni di cambiamento radicale, rimangano vive. E oggi solo Di Battista potrebbe riuscirci ridando al Movimento quella personalità e quei contenuti e quei toni che milioni di cittadini ritengono il Movimento al governo abbia smarrito. E Di Battista avrebbe tutto il diritto di farlo visto che questa maggioranza e questo governo sono lì grazie a molti voti che ha portato lui in anni di campagne elettorali. Ma dualità o litigi o tifoserie che difendono i loro idoli, è robaccia da vecchia politica che farebbe male al Movimento. Di Battista e Di Maio sono entrambi fondamentali. Uno di lotta e l’altro di governo. Due anime che possono e devono convivere. A differenza dei vecchi partiti, il Movimento è plurale e non in mano a boss e cordate. Quello che lo unisce è il nemico comune, è la battaglia. E il cuore del Movimento sono i cittadini, non i “leader” che vanno e che vengono. E in attesa che emergano nuove facce che guideranno il Movimento domani, Di Battista oggi è l’unico che potrebbe riuscire a rilanciare il Movimento. Il dubbio è che Di Battista dia fastidio più a Salvini che a Di Maio e che in questo senso “destabilizza”. Salvini teme molto Di Battista sia mediaticamente che intellettualmente . Ma questa dovrebbe essere una ragione in più per dare il bentornato al guerriero e per ridare al Movimento quel volto “di lotta” che l’esperienza governativa ha comprensibilmente assopito.