sabato 30/03/2019

GIALLOVERDI

SI CAMBIA – DIFFERENZIARSI PER RECUPERARE VOTI

Giocando di sfumature e facendo i pazienti (e i succubi) le hanno prese, tante. Allora adesso urlano le differenze dall’alleato per forza, da Matteo Salvini. Ergo, i 5Stelle puntano sui temi identitari, con un doppio obiettivo in testa. Perché la prima urgenza è non straperdere con il Carroccio alle Europee. Ma ora è tornato un avversario anche il Pd derenzizzato di Nicola Zingaretti. E se arrivasse sopra il M5S il 26 maggio, per Luigi Di Maio sarebbe un’apocalisse: ovvero “non terremmo più i gruppi parlamentari” come riassume un big. Così i 5Stelle devono mordere i coinquilini leghisti, ma anche recuperare a sinistra, rispolverando vecchi totem. Ma certi no restano. Primo tra tutti quello allo ius soli, un’eresia per il Di Maio che bollò le navi delle Ong come “taxi del mare”.

Le armi. La legittima difesa è una pillola trangugiata in nome del contratto di governo, con Salvini trionfante in Senato. E per compensare ieri i 5Stelle hanno detto no in coro a una proposta di legge firmata da 70 parlamentari leghisti per rendere più facile l’acquisto delle armi: “Nessun eletto del M5S la voterà mai”. Il capo del Carroccio in mattinata ha sminuito, con sillabe ruvide: “Di Maio non avrà problemi perché non ci sarà nessuna votazione da fare. Si preoccupi di quello che arriva in Parlamento”. Ma il Movimento non ha mollato la presa: “La proposta di legge non solo è arrivata in Parlamento, ma è stata già assegnata in commissione Affari costituzionali alla Camera. Siamo felici di sapere che la Lega sia contraria”.

Le autonomie. Anche se non lo ammetterà mai, Salvini non ci tiene neanche così tanto, anche perché sta allargando i suoi consensi al Sud. Ma i governatori di Veneto e Lombardia, Zaia e Fontana, cioè gli unici veri avversari che ha nel Carroccio, gli ricordano ogni giorno che le loro Regioni pretendono l’autonomia nella forma più larga possibile. Invece il M5S fa resistenza, contesta e prende tempo. Perché il suo granaio di voti è da Roma in giù e perché non può permettere alla Lega di alzare un trofeo del genere a stretto giro. E poi il Movimento può giocare di sponda con il Quirinale, come ricorda una fonte di governo a 5Stelle: “Mattarella ha detto chiaramente che le proposte delle Regioni non vanno bene, sono troppo estese. Ma soprattutto il Colle vuole assolutamente che il Parlamento possa emendare le intese con gli enti locali, senza doverle votare in blocco”. E non a caso ieri il presidente della Camera Roberto Fico, ricevuto giovedì al Quirinale, lo ha ribadito dal Veneto: “Sulle autonomie non è possibile pensare di correre o di utilizzare scorciatoie. Significa che il Parlamento non si limiterà a dire solo sì o no”.

Castrazione chimica. Il via libera al ddl Codice Rosso, quello per introdurre norme a tutela delle donne vittime di violenza, è slittato alla prossima settimana. E c’entra, eccome, l’emendamento della Lega che vorrebbe subordinare la sospensione della pena “a trattamenti inibitori della libido”, cioè alla castrazione chimica. Il Movimento ha fatto muro: “È una presa in giro delle donne”. E ieri ha schierato contro due ministri, quello alla Difesa Elisabetta Trenta e il Guardasigilli Alfonso Bonafede: “La castrazione chimica non è all’ordine del giorno, noi vogliamo mandare i colpevoli in carcere”.

Diritti civili. Nel contratto di governo non ce n’è traccia ed è la più rumorosa delle concessioni fatte al Carroccio. Però il Pd che risale nei sondaggi e il malumore di tanti iscritti e parlamentari ha fatto ricordare ai 5Stelle che un tempo sul blog votavano a favore delle unioni civili, anche omosessuali. Così sono tornati a parlare di fine vita, con Stefano Patuanelli che lo ha detto al Fatto: “Una legge sul tema serve, ce lo chiede la Consulta”. Ma soprattutto cannoneggiano da giorni contro il congresso mondiale di Verona delle famiglie, patrocinato dal ministro leghista Fontana. “No al nuovo medioevo” è l’anatema che ripetono dal Movimento. Per salvarsi l’anima, e riprendersi voti.

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