mercoledì 27/03/2019
ALESSANDRO DI BATTISTA – L’EX DEPUTATO NEI COLLOQUI CON PARLAMENTARI E AMICI: “NON DEVO SCIOGLIERE ALCUNA RISERVA E NON MI CANDIDERÒ”

L’uomo che riempiva le piazze tace da 40 giorni, e più sta zitto, più le telecamere sotto casa sua aumentano. “Le troupe restano qui giorno e notte, è incredibile” racconta Alessandro Di Battista a chi lo ha sentito in questi giorni. Non lo mollano, l’ex deputato che deve ancora decidere se rifarsi sotto. Ossia se tornare in tv e nei comizi nella campagna elettorale per le Europee, quella in cui il M5S si giocherà parecchio e Luigi Di Maio, il capo politico, quasi tutto. E nonostante mal di pancia e dubbi più o meno diffusi per la sua “latitanza”, nel Movimento sperano ancora che scenda in campo.
Perché per ricucire con tanta base delusa ripartendo dai temi identitari, dall’ambiente al no al Tav fino ai risarcimenti ai truffati dalle banche, Di Battista serve, eccome. “Ma io non mi sono dato una scadenza precisa, non c’è nessuna riserva da sciogliere e nessun termine” ha spiegato l’ex deputato ai suoi interlocutori. Ed è tranquillo, ha assicurato, anche perché “restare in silenzio è bellissimo”.
Però se lui non parla Di Maio lo fa, più volte al giorno. Per esempio in un video su Facebook di lunedì scorso il vicepremier sembrava proprio mordere lui, l’ex trascinatore di folle grilline, quando ha scandito che “questo non è il momento di fare viaggi, è il momento di combattere”, con un riferimento che a tutti è parso alla vicina trasferta di Di Battista in India, a ridosso delle Europee. E anche l’elogio di “quelli che non hanno mai mollato” pareva un’unghiata ad personam. Ma l’ex eletto romano è di un altro avviso.
E a chi gli chiedeva un commento in queste ore, lo ha detto dritto: “Ho sentito Luigi, mi ha detto che non si riferiva a me. E sono certo che sia così”. D’altronde da quanto è rientrato in Italia Di Battista continua a ripetere che lui sta con Di Maio, e che appoggia anche la sua riforma del M5S, quella per dotarlo di una struttura con un coordinamento nazionale e referenti regionali, facendo saltare il dogma dell’obbligo del doppio mandato almeno per i consiglieri comunali. Ma di certo non sarà nelle liste per le Europee. “Non mi candiderò, l’ho detto appena sono tornato in Italia e non cambio idea” ripete Di Battista nelle conversazioni private. Anche se glielo hanno chiesto, “più volte, e più persone”. Insomma non sarà il capolista in tutte le circoscrizioni, come pure sperava più di qualcuno ai piani alti del Movimento.
Resterà un “privato cittadino” nella sua Roma, dove hanno appena arrestato il presidente del Consiglio comunale, il 5Stelle Marcello De Vito. Il primo nella storia del M5S a finire in manette. E ovviamente a Di Battista parlamentari e amici hanno chiesto un parere. E lui è stato duro: “Questa notizia mi ha fatto enormemente arrabbiare, qualora venisse condannato De Vito dovrebbe cambiare città. Chi professa l’onestà deve essere più onesto di chi non la professa”.
Certo, poi ci sarebbe tutto il resto, la questione dello stadio della Roma, su cui però Di Battista ha mostrato di non voler entrare, perché è una vicenda di cui non si è occupato direttamente. Anche se dopo l’arresto di De Vito nella pancia del M5S romano il tema si è riaperto, come una ferita. Così ieri su Repubblica Roberta Lombardi, avversaria irriducibile della sindaca Virginia Raggi e vicina all’ex presidente del Consiglio comunale, ha picchiato sodo: “Raggi non può fare finta di nulla, sullo stadio il consiglio comunale dovrebbe annullare in autotutela la delibera, perché, come ha detto la procura, è possibile ci sia stato un vizio nell’individuazione dell’interesse pubblico”.
E in giornata la deputata Carla Ruocco, altra antagonista storica della sindaca, ha rilanciato l’intervista con un tweet d’assalto: “Stop allo stadio. Il parere del politecnico dipinge scenari catastrofici: arresti per corruzione, interesse pubblico forse viziato, viabilità paralizzata. Una domanda alla giunta: chi ci guadagna da tutto ciò?”.
Sillabe arroventate, che hanno alquanto irritato il M5S nazionale. Quello che aspetta Di Battista, il Godot che resta una carta in più. Da giocare, per non perdere l’intera posta.
