domenica 17/03/2019
IL CONTESTO – LE INCHIESTE SULLA GESTIONE DI BOSSI & C. E I SEQUESTRI AVEVANO MESSO SALVINI SUL LASTRICO PROPRIO NELL’ANNO ELETTORALE

Perchè mai in Lombardia si fa passare un milione di euro di finanziamenti pubblici dalla lista civica “Maroni presidente” a un’associazione di matrice leghista? La tempistica è indicativa. Il passaggio avviene tra fine 2017 e la vigilia delle elezioni in Lombardia di marzo 2018, poi stravinte dal leghista Attilio Fontana. Le casse del partito sono esangui, i conti bloccati dal sequestro effettuato dalla Procura di Genova che cerca i 49 milioni di rimborsi svaniti nel nulla. Per sostenere il candidato leghista servono soldi.
È solo l’ultima trovata per dare respiro alle casse del partito. A fine 2017 Matteo Salvini aveva già provveduto a “sdoppiare” il Carroccio. La Lega Nord per l’Indipendenza della Padania viene affiancata dalla Lega Salvini Premier nella difficile speranza di creare una bad company sgravata dai sigilli dei magistrati. Un canale per avere finanziamenti senza farli passare dai conti della Lega potrebbe essere stata anche l’Associazione Più Voci, fondata nel 2015 a Bergamo da tre uomini del partito, compreso il tesoriere Giulio Centemero, indagato a Roma per finanziamento illecito per i 250 mila euro versati nel 2015 alla Onlus da una società riconducibile al costruttore Luca Parnasi.
Le difficoltà nascono dalle inchieste sulla sparizione dei 49 milioni, chiesti nel 2008-2010, durante la gestione di Umberto Bossi e del tesoriere Francesco Belsito, come rimborsi elettorali a Camera e Senato con rendicontazioni irregolari. Un “tesoretto” attenzionato da tre indagini di due procure diverse. A gennaio, a Milano, Belsito è stato condannato in secondo grado per appropriazione indebita per aver usato parte dei soldi a fini personali; Umberto e il figlio Renzo Bossi sono usciti dal processo grazia alle scelta di Salvini di non querelarli.
A novembre scorso, Bossi e Belsito sono stati invece condannati in appello a Genova per truffa aggravata ai danni dello Stato. La Lega deve restituire quei soldi, che però sono spariti. L’accordo con la Procura è di rimborsarli in rate annuali da 600 mila euro ogni dodici mesi per 76 anni. Dovrebbe estinguere il debito entro il 2094.
A fine 2013 il partito aveva disponibilità per 40 milioni, di cui 22 su depositi bancari e postali, oggi quasi nulla. Sostiene che i soldi sono stati spesi per attività politiche e per pagare i dipendenti. Ma i pm continuano a cercarli. Una pista riguarda i 19,8 milioni passati per Unicredit e Banca Aletti, poi trasferiti nel 2013 su due nuovi conti aperti presso la bolzanina Sparkasse e da lì usciti a loro volta l’anno dopo. La procura di Genova ha aperto un secondo fascicolo per riciclaggio (al momento senza indagati) e cerca di ricostruire un giro di soldi che potrebbe essere arrivato fino in Lussemburgo. I pm hanno anche perquisito una serie di società con sede a Bergamo, allo stesso indirizzo della Più Voci.
Resta il punto che quei soldi oggi non sono più nelle casse della Lega. Tra il 2013 e il 2017 ha chiuso i bilanci con 28 milioni di perdite cumulate; la cassa è passata da 23 milioni a 41 mila euro. L’ultimo bilancio si è chiuso in rosso per 1,1 milioni e debiti per quasi due. Senza il finanziamento pubblico, per far fronte all’emergenza Centemero ha imposto una cura da cavallo: i costi sono passati da 16 a 4 milioni; i dipendenti da 71 del 2013 a 4.
Con questi numeri un partito non sopravvive, ma la Lega può contare sugli effetti dell’exploit elettorale. I parlamentari quasi quadruplicati permetteranno di incassare oltre 12 milioni l’anno (tra fondi ai gruppi e contributi degli onorevoli) che prima non c’erano. Soldi che però potrebbero non bastare, anche perchè la nuova legge anticorruzione impone più trasparenza a fondazioni e associazioni legate ai partiti. Forse non è un caso, dunque, se Centemero da giorni non risponde alla richiesta del Fatto di chiarire la posizione della Lega sulla proposta del neo tesoriere dem, Luigi Zanda di ripristinare i contributi pubblici ai partiti destinando alla bisogna 90 milioni a legislatura.
