giovedì 14/03/2019

MANLIO DI STEFANO

IL SOTTOSEGRETARIO M5S AGLI ESTERI: “LEGA È CRITICA PER MOTIVI TATTICI”

5Stelle Manlio Di Stefano – Ansa

Per l’uomo del M5S alla Farnesina, il nodo è il cambio di atteggiamento: “L’Italia sta governando il processo di intesa con la Cina e non lo sta subendo, e questo fa storcere il naso a chi era abituato a vederci come quelli che subivano”. Il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano ostenta fiducia sul memorandum che il governo siglerà con la Cina.

A novembre sul blog di Beppe Grillo apparve un post che bollava la Via della Seta, il piano di accordo proposto dalla Cina, come un “sinistro progetto con cui Pechino vuole creare un nuovo ordine mondiale”. Ora invece il M5Sspinge per l’intesa: cambiate idea in fretta…

Assolutamente no. Come M5S abbiamo organizzato già nel 2014 un convegno alla Camera sui Brics (i nuovi colossi, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ndr), nell’ottica di un progetto di apertura ai Paesi del futuro, come venivano definiti allora.

Sarà, ma il post di novembre era durissimo. 

Sul blog sono usciti molti articoli in cui si parla in modo prospettico e ottimista della Via della Seta. Però sono stati descritti anche i rischi del progetto di espansione economico e culturale cinese.

Rischi alti, no? 

A mio avviso non c’è nulla da temere. La Belt and Road è una realtà che esiste a prescindere da noi, e noi abbiamo scelto di interagire con questo processo, governandolo.

Gli Stati Uniti sono preoccupati e protestano, forte. 

Si lamentano, è vero, ma loro temono l’avanzata strategica di Pechino e quindi protestano contro ogni iniziativa cinese. Ma il memorandum e i documenti di collaborazione con la Cina saranno tarati sui principi italiani e comunitari che tutelano la trasparenza e il mercato.

Washington potrebbe presentare il conto, facendo perdere commesse alle aziende italiane. 

Non succederà. Gli Usa sono preoccupati solo per la sicurezza delle telecomunicazioni, ma non è un ambito che rientra nel memorandum.

Ma alla Cina potrebbero essere assegnati appalti sul 5G, o no?

La gara per il 5G l’hanno vinta aziende private, che dovranno appaltare i lavori sulla parte infrastrutturale. Ma a gestire le reti saranno queste aziende, e il comitato creato al ministero dello Sviluppo Economico servirà per controllare che si muovano rispettando la sicurezza nazionale. Non abbiamo certo affidato la gestione delle telecomunicazioni ai cinesi.

La Lega manifesta grandi riserve sull’intesa. 

Non credo sia nervosa, piuttosto vuole sempre cavalcare il tema della sicurezza nazionale, anche quando si parla di accordi economici. Le fa sempre comodo. E comunque tutte queste dichiarazioni mi fanno sorridere, visto che al memorandum ha lavorato un loro sottosegretario, Geraci (al Mise, ndr).

È certo che stiate chiudendo a condizioni vantaggiose?

Il testo include tutti i requisiti europei, e senza di essi non avremmo mai firmato. Mesi fa Luigi Di Maio, in visita a Shanghai, non lo sottoscrisse proprio perché non c’erano ancora le condizioni.

Ma alla fine cosa rappresenta questo memorandum?

Non è un accordo internazionale, ma un impegno di collaborazione su varie materie. Dovremo fare attenzione a come declinarlo, certo, ma le nostre imprese vogliono giocare questa partita.

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