mercoledì 13/03/2019

FATTI DI VITA

di  – Breve antefatto: sui social inizia a circolare una foto che ritrae il premier Conte mentre taglia una torta a forma di ponte Morandi in occasione del primo taglio della lamiera destinata alla costruzione del nuovo viadotto nello stabilimento di Fincantieri a Valeggio sul Mincio. La torta, a detta di Fincantieri, rappresenta il logo di Fincantieri Infrastructure, il cui stabilimento si andava inaugurando. Alcuni parenti delle 43 vittime del crollo del 14 agosto e pure gli sfollati rimasti senza casa la vedono e si offendono: “Prima il plastico di Toninelli, ora la torta: c’è poco da festeggiare, una scena davvero di cattivo gusto visto che ci sono stati 43 morti, centinaia di persone che hanno perso la casa”, dice Franco Ravera, portavoce di un comitato di sfollati. “Una brutta scena perché va a toccare i sentimenti della gente che ha sofferto e che tra pochi giorni dovrà ricordare il settimo mese dalla tragedia: i politici spesso si dimenticano cosa è la sensibilità”. Paola Vicini, mamma di Mirko, una delle 43 vittime, è comprensibilmente arrabbiata: “Complimenti davvero. Preferisco non commentare, preferirei tacere davanti a cose di così cattivo gusto, si fa solo una figura migliore. Niente di nuovo, in realtà, dopo tutte le cose di cattivo gusto, le passerelle, la tragedia trasformata in show di questi mesi. Ogni volta che vediamo le immagini del ponte ci vengono i brividi, potete immaginare come ci sentiamo ora”.

In realtà no, non lo possiamo immaginare. È impossibile immedesimarsi in una perdita così tragica e violenta. E perciò – non ci dovrebbe essere nemmeno bisogno di dirlo – tutte le volte che si maneggia pubblicamente la materia, bisognerebbe avere la sensibilità di comportarsi rispettando prima di tutto il dolore delle persone. Vale in generale, ma ancora di più in questo caso: si può solo provare a rimediare a danni purtroppo irrimediabili. Rispetto ai loro colleghi di qualche decennio fa, i politici di oggi non sono aiutati dalla continua esposizione mediatica: se non ci sono le telecamere delle televisioni, ci sono le videocamere dei telefonini. Proprio per questo dovrebbero essere il più misurati e cauti possibile (e vale anche per il compitissimo premier Conte). L’uscita di Danilo Toninelli con il plastico nello studio di Vespa fu uno scivolone e come regola generale i ministri dovrebbero tenersi lontani dai plastici di Porta a Porta: non fanno bene all’immagine pubblica. Di quell’esperienza si sarebbe dovuto far tesoro anche se per amor di verità nella foto della torta il premier (che difficilmente ha comportamenti sguaiati a differenza di altri colleghi di governo) non sorride né fa nulla di sguaiato tranne mettersi in posa. È evidente che i social network sono il regno di troll e imbecilli e qualunque cosa è buona per puntare il dito: però è cosa nota e sarebbe meglio non mettere il sedere davanti alle pedate, come diceva nostra nonna. E comunque c’è un tempo e un modo per tutto: non c’è bisogno che ogni minuto della giornata di un ministro sia in favore di telecamera o di selfie. Non è questo che avvicina la gente alla politica; e anzi: un atteggiamento che vorremmo definire sobrio, se si potesse ancora dopo il loden di Monti, ma insomma ci siamo capiti, ecco un modo che incarni il rispetto del ruolo, aiuterebbe i cittadini ad avere maggior considerazione delle istituzioni. Ci sarebbe anche un effetto collaterale di “autoconservazione”: basta vedere come certi esuberanti quanto sovraesposti leader si sono bruciati in fretta la carriera politica per capire che è meglio sottrarsi. Come dite? Salvini dimostra il contrario? Vedremo quanto dura e se la parabola di Matteo è destinata a replicarsi o no. Ma attenti: le crisi di rigetto sono tutt’altro che infrequenti.

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