Mountain bike, crescono le piste di discesa e gli itinerari per quelle elettriche Un giorno di vacanza di uno sportivo su due ruote porta in media ottanta euro.
Alessandra Costante /GENOVA Il Secolo xix
I percorsi ditante edizioni delGiro d’Italia edelle classiche primaverili. Le piste ciclabili e i sentieri sulle alture. È la Liguria che punta sul cicloturismo. Che abbia le ruote lisce da strada e biciclette performanti,che sia “slow”, o che abbia i colori accesi degli atleti che a migliaia, a primavera e in autunno, percorrono l’entroterra. L’equazione è semplice :il turismo rallenta la sua corsa e la Liguria sale in bicicletta per spingere la ripresa. «Puntiamo sul cicloturismo». È il proposito dell’assessore regionale al turismo Gianni Berrino e,così dicendo,il“turismo attivo” è diventato uno dei tre filoni (insieme a “green e food” e a quello culturale) su cui Regione Liguria scommetterà ancora di più nel futuro. Puntare significa anche finanziare .E mentre Portofino si gemella con Courmayeur nel progetto “Surf the mountain”, la Regione investirà quasi un milione di euro sulle ciclovie liguri. In attesa che la Ciclovia Tirrenica da Ventimiglia a Roma, costo totale16,6 miloni,passi dalla carta dei progetti alla strada,unendo lungo l’arco ligure in un solo percorso tutte le ciclabili da Ventimiglia a Sarzana.
LA MECCA DELL’OUTDOOR
I dati dell’Osservatorio turistico regionale e la borati da Marco DeSilva,Responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Liguria, sono esemplificativi di un trend che si intuiva già nel primo semestre 2018: sono prevalentemente gli italiani a scegliere meno la Liguria come meta delle vacanze, calo che si avverte soprattutto a Savona e Imperia. «Il binomio sole-mare non basta più e il crollo del Ponte Morandi ha accentuato la loro marginalità»,osserva.I consuntivi del 2018 hanno fatto registrare un calo degli arrivi (-1%) e delle presenze (-2,4%). «L’antidoto può anche essere il cicloturismo,in tutte le sue declinazioni»,fa sapere Berrino. La strada è segnata.E parte da Finale Ligure, che insieme a Whistler, in British Columbia, è considerata la mecca mondiale delle Mtb.Con cifre da capogiro che Enrico Guala, dal 1999 organizzatore delle gare che si svolgono sul territorio, spiega cosi: «A Finale il turismo outdoor, quindi bike e arrampicata, vale 300 mila presenze all’anno». Solo per stare ai tre giorni da venerdì a ieri e solo agli atleti in gara,la AndoraRaceCup di mountainbike cross country ha visto quasi 750 biker in lizza, con adeguato contorno di accompagnatori e tifosi. E il ritorno economico per gli operatori? A parte gli 80 euro al giorno che in media un turista sportivo lascia sul territorio, ci sono altre voci “pesanti”. «Lo scorso anno la finale di Enduro World Series ha raggiunto 148 milioni di persone.
Il risultato?Quest’anno la Garmin ha deciso di usare Finale Ligure per il suo catalogo dedicato ai biker», aggiunge Guala, che a fine settembre porterà nel Finalese la “gara delle gare”: i ltrofeo delle nazioni di enduro,un migliaio di atletie 4 milatra tecnici, tifosi e familiari. «Questo sport muove un’economia enorme, che ormai trascende da Finale e dai suoi 120 sentieri, ma arriva aSpotorno e Loano e poi sufino a Bardineto e Calizzano e il resto della Val Bormida», spiega. Con un’avvertenza: nella Liguria fatta di mare e montagne,«i sentieri devono essere l’alter ego di ciò che sono le spiagge per il turismo tradizionale».
LERICI E LE ALTRE
Come dire che la politica regionale e i Comunidevonomandareamemoriaun’altra equazione elementare: sentiero ben tenuto=economia turistica. Non è un caso che, se a Finale sta nascendo il primoconsorzio per la manutenzione della sentieristica, la stessa amministrazione comunale metta fondi a disposizione. Finale ha fatto scuola. Ormai tutta la Liguria, da Cervo alla provincia della Spezia, ha capito che i sentieri sono preziosi, a maggior ragione con l’avvento delle e-bike,le bici apedalata assistita elettrica che stanno spopolando su strada e sugli sterrati per mtb. A Lerici, ad esempio, a giugno si terrà una tappa del campionato italiano di enduro tradizionale. «Trecento persone che partecipano a una gara per noi sono un grand erisultato», osserva l’assessore Luisa Nardone.
E anche Genova si sta lanciando sulle piste da discesa per Mtb con un impianto nella zona di Forte Begato. Al progetto sta lavorando il Comune, in collaborazione con la Federazione ciclistica italiana: si parla di un investimento da 100 mila euro. O Mele, con il suo “Turchino Outdoor”.
OBIETTIVO IL GIRO D’ITALIA
Inprincipio fu Area24(oggila società è in liquidazione, ma la struttura resta), la pista ciclo-pedonale del parco costiero Riviera dei Fiori, 24 chilometri tra Ospedaletti e SanLorenzo al mare.Ma ovunque la vecchia ferrovia progettata dopo l’unità d’Italia ha lasciato libero il tracciato per raddoppiare a monte, le ciclabili sono fiorite.A Cogoleto,Arenzano,Varazze.Ci sono problemi di manutenzione: le gallerie dellavecchialineaferroviariahannoinfiltrazioni, per la vicinanza al mare ci sono stati problemi con lamareggiata di fine ottobre, ma i Comuni hanno capito l’importanza del settore e cercano di investire. ComeVarazze:1milione di euro per il progetto di recupero per i 6 chilometri di corso Europa,da Villa Araba a Baia del Corvo, e delle sue 7 gallerie. «Pronti per chiedere nel 2020-2021 la tappa del Giro d’Italia sulla nostra ciclabile, come era stato per Area 24.
