Marcello Sorgi

La sconfitta dei 5 Stelle in Sardegna, dopo quella in Abruzzo, è stata accolta con un generale quanto sorprendente sospiro di sollievo di avversari e alleati. E dai diretti interessati, vedi Di Maio, con la rassicurazione che nulla cambia per il governo, anche se sanno bene che non è così. Sono reazioni superficiali, specie di fronte a elezioni locali, in cui la metà dei voti ottenuti dal centrodestra vincitore e dal centrosinistra secondo piazzato sono stati raccolti da liste sarde o cosiddette civiche. Ma certo il problema esiste, se un Movimento che ha avuto nella regione oltre il 40 per cento nelle Politiche del 2018, un anno dopo galleggia sul 10, con oltre un elettore pentastellato su cinque che non ha risposto all’appello.

E il problema è che una crisi così repentina del Movimento e un risultato simile nel test generale delle Europee di maggio avrebbero conseguenze, non solo sul governo, lasciando Salvini libero di spadroneggiare come e più di quanto ha fatto finora, ma sull’intero sistema politico, per non dire della società italiana. Brindare alla scomparsa o anche soltanto al ridimensionamento dei 5 Stelle come se si fosse trattato di un virus della politica eliminato da un organismo «sano» e autoimmune significa non aver capito la portata del voto di protesta che alle Politiche dell’anno scorso ha proiettato Di Maio e i suoi a responsabilità di governo, come antidoto, o come ultima spiaggia, rispetto al rifiuto, dilagato tra gli elettori, quei pochi che ancora si recano alle urne, dei partiti e della politica del passato. Salvini, leader di una Lega a cavallo tra passato e presente, lo ha capito ed è corso a portare il Carroccio dentro il «governo del cambiamento». A buona parte degli elettori pentastellati – sia ai moderati spaventati dalle ultime scelte estremiste del capo politico, sia ai radicali che sognavano la rivoluzione senza alleati e compromessi – questo non è piaciuto. Ed ecco il calo in Abruzzo e il crollo in Sardegna. Qui s’innesta il rischio di un cedimento «sociale» della situazione italiana. Perché oltre i 5 Stelle, non va dimenticato, ci sono gli incappucciati che hanno aggredito armati un’autobotte piena di latte per versarlo sulla strada. I gilet gialli nostrani, che in Italia ancora non si erano visti.