L’ARRESTO DI FORMIGONI – L’EX PRESIDENTE DELLA LOMBARDIA IN CARCERE DA IERI: I LEGALI CHIEDONO I DOMICILIARI, CHE LA NUOVA NORMA INVECE NON PREVEDE

L’umore: “Buono”. Roberto Formigoni “è sereno”. Lo garantisce il suo avvocato, Mario Brusa, che lo segue da tanto tempo. È entrato nel carcere di Bollate, alle porte di Milano, alle 10 di ieri, 22 febbraio 2019, a bordo di una Bmw grigia. Ha varcato i cancelli, è sceso dall’auto nel cortile interno, si è diretto a piedi verso l’ufficio matricola, dove ha declinato le sue generalità. Poi ha consegnato i suoi effetti personali, che saranno custoditi nell’apposito ufficio, si è sottoposto alla visita medica generale e ha incontrato gli educatori e lo psicologo del carcere per il primo colloquio.
Un’ora prima, i carabinieri della sezione catturandi avevano suonato alla porta della sua abitazione milanese, per consegnargli l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale e firmato dal sostituto procuratore generale Antonio Lamanna.
Formigoni non c’era. Si è subito dopo costituito a Bollate, mentre i suoi avvocati presentavano alla Procura generale della Repubblica di Milano una richiesta di sospensione dell’ordine di carcerazione. Con due argomentazioni. La prima sostiene che l’arresto non va eseguito perché il decreto Spazzacorrotti ha un effetto sostanziale e non solo procedurale, dunque – spiega l’avvocato Brusa – non può essere applicato a reati commessi prima della sua entrata in vigore.
STEFANO BUFFAGNI (M5S)
Questo governo ha dichiarato guerra alla corruzione Da oggi in Italia c’è un governo che usa il pugno duro, durissimo
La seconda dice che l’obbligo di far entrare in carcere anche persone che hanno più di 70 anni d’età – come previsto dalla Spazzacorrotti – potrebbe avere profili d’incostituzionalità, perché per la Carta costituzionale la pena deve avere effetti rieducativi, ma dopo quell’età la cella è solo punitiva.
Sì, l’ingresso in carcere di Formigoni, condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi, è il primo effetto clamoroso del decreto voluto dai Cinquestelle contro la corruzione: niente pene alternative, niente arresti domiciliari, niente affidamento ai servizi sociali a chi è condannato, con una pena sopra i 2 anni, per reati che hanno a che fare con la corruzione; e, per gli stessi reati, obbligo di entrare in cella anche per chi ha già compiuto i 70 anni d’età.
La Procura generale ha già espresso la sua intenzione di dare un parere negativo alla richiesta dei difensori e ha passato la loro istanza alla Corte d’appello, perché ritiene che quello degli avvocati di Formigoni sia un “incidente di esecuzione”, che ha bisogno di una decisione di merito e non solo di procedura. Sarà dunque un collegio di giudici a sentenziare: la quarta sezione penale della Corte d’appello milanese.
Se riterrà la Spazzacorrotti valida anche per Formigoni, le porte del carcere resteranno chiuse. Perché quel decreto ha inserito la corruzione tra i reati “ostativi” (come quelli di mafia, quelli associativi, gli omicidi, i reati sessuali gravi eccetera): “ostativi” a ottenere pene alternative. Così non può più scattare neppure il cosiddetto “comma Previti”, che permise al senatore Cesare Previti, amico e avvocato di Silvio Berlusconi, condannato per corruzione in atti giudiziari, di uscire di cella e ottenere comunque gli arresti domiciliari, benché con una pena superiore a 3 anni: in forza del fatto che aveva più di 70 anni d’età.
In cella, maturano comunque gli sconti di pena: 45 giorni ogni 6 mesi. Quindi dopo aver scontato 1 anno e 6 mesi, la sua pena residua sarà scesa sotto i 4 anni, dunque potrà chiedere di uscire dal carcere e terminare l’espiazione in affidamento ai servizi sociali. Affidamento non automatico, però, per effetto della Spazzacorrotti: dovrà dimostrare la sua piena collaborazione con la giustizia.
Rivendica il merito Roberta Lombardi, ex deputata Cinquestelle e oggi capogruppo M5S nel Consiglio regionale del Lazio: “Formigoni va in carcere per corruzione”, scrive via Twitter, “per aver alimentato un vero e proprio business sulla salute dei cittadini usata come merce di scambio per il proprio consenso politico. Ecco i primi effetti della legge M5S Spazzacorrotti. Ecco il governo del cambiamento che ci piace”.
Rincara la dose il sottosegretario Stefano Buffagni: “Questo governo ha dichiarato guerra alla corruzione. Guerra a un cancro che prosciuga l’Italia da decenni, perpetrato da una politica corrotta, da clientele, amici di amici, appalti e favori. Da oggi in Italia c’è un governo che usa il pugno duro, durissimo”.
Lunghissimo l’elenco dei politici che esprimono solidarietà al Celeste, con affermazioni che vanno dal “condannato senza prove” (Fabrizio Cicchitto, P2) al “non si condanna una storia” (diventato il claim postato sui social network dagli amici di Formigoni).
“Il carcere è duro per tutti”, commenta il cappellano di Bollate, don Fabio Fossati, “ma per chi arriva da un certo mondo il primo giorno è durissimo. Però l’ho visto tranquillo. Avremo modo di conoscerci”.
