Marcello Sorgi

Non chiamiamole «grandi manovre», ma qualcosa si muove nella galassia giallo-verde, dopo il voto della giunta per le immunità del Senato che ha evitato il processo a Salvini, cementato il patto tra i due vicepremier e fatto emergere una minoranza del 41 per cento nel Movimento 5 Stelle. Un insieme, non ancora una vera corrente, che non ha digerito l’abiura della tradizionale linea giustizialista del Movimento, e se organizzata potrebbe cercare di rendere la vita difficile a Di Maio.

Non è solo l’ipotesi, avanzata dal leghista Borghi, di far sedere Lega e M5S da alleati nello stesso gruppo parlamentare a Strasburgo. È piuttosto l’idea di una sterilizzazione preventiva del risultato delle Europee, che potrebbe essere buono o molto buono per Salvini e meno o molto meno per Di Maio, in nome della stabilità del governo e di un allargamento della maggioranza in grado di compensare eventuali scissioni parlamentari dell’ala radicale dei 5 Stelle (assai più debole alla Camera e al Senato di quella che si è manifestata nelle urne elettroniche della piattaforma Rousseau). Dentro, insomma, Meloni e una pattuglia di responsabili di Forza Italia, di quelli che non vogliono morire berlusconiani e preferiscono vivere salviniani. Fuori chi non ci sta, e avanti così. Tanto, come dimostrano tutte le trattative sulle nomine cominciate male e andate a buon fine (ultime Consob e Inps), di poltrone da distribuire ce n’è per tutti.

Inoltre tra i parlamentari guadagna consensi la prospettiva di far durare la legislatura, evitando elezioni anticipate, superando (non si sa come) in autunno la scadenza della nuova legge di stabilità gravata dai carichi lasciati in sospeso (clausole di salvaguardia Iva, rifinanziamento di reddito di cittadinanza e quota 100) e confidando nel fatto che la congiuntura negativa e la recessione economica stanno rapidamente allargandosi a tutta l’Europa, e la nuova Commissione europea che nascerà dovrà tenerne conto.

Possibile? E soprattutto: realistico? Anche se al momento è la Lega a dare le carte e il Movimento 5 Stelle ad avere problemi, in politica, si sa, mai dire mai. Anche la Prima Repubblica, seppure in agonia, produsse il Caf, la blindatura dell’asse Dc-Psi che doveva salvarla. Ma poi, si sa, andò in un altro modo.