mercoledì 20/02/2019

Tiziano Renzi è un po’ il “babbo” di tutti a Rignano sull’Arno. A lui si rivolgevano i suoi concittadini per cercare lavoro. Una sorta di agenzia di collocamento che faceva affidamento sulle cooperative delle quali – secondo le accuse dei pm di Firenze – si servivano i Renzi per caricare “dolosamente” i debiti previdenziali e fiscali. Lo racconta ai magistrati Carla Baldoni, che ha lavorato nella Delivery Service. “Era senza lavoro, mi sono rivolta a Tiziano Renzi (…) sapendo che conosceva tanta gente; è stato lui che mi ha indicato la cooperativa; mi sono recata (…) a Pian dell’lsola, dove sapevo che lavoravano Tiziano e la moglie e con lei ho sottoscritto il contratto”. Anche Marco Dolfi racconta: “Sono stato assunto da Tiziano Renzi, per conto della Delive1y Service. Ho conosciuto Renzi a qualche assemblea politica”. Agli atti dell’indagine ci sono anche le mail di Laura Bovoli che, per i pm, dimostrano “come si sia occupata dei contratti e dei compensi del personale della Delivery Service”: “Risulta che tra il 29/30 settembre 2009 vi è stato uno scambio di mail tra ‘Lalla’ e Matteo Mordini (…) relative all’assunzione di fattorini da destinare alla distribuzione del quotidiano gratuito Leggo”. Ecco la mail: “Ti allego 30 nominativi per assunzioni (distribuzione Leggo). Li assumiamo tutti a tempo determinato dal 5 ottobre 2009 al 6 agosto 2010. Qualifica la solita: fattorini”. Dalle carte dell’indagine che ha portato Tiziano Renzi e Laura Bovoli ai domiciliari emerge pure un sistema di false fatturazioni della cooperativa Marmodiv emesse da società, anche di extracomunitari. Come nel caso di una società intestata a Priyantha Punchinewa. Che ai pm “ha riferito che l’apertura della partita Iva e la conseguente emissione di fatture alla Marmodiv per la distribuzione di volantini gli era stata richiesta dal suo connazionale Nisantha, quale favore per avergli trovato lavoro presso la Marmodiv. (…) L’accordo prevedeva poi la restituzione delle somme erogate”.
