
In parlamento i sopravvissuti del Pd si son messi a menare le mani.
Hanno i nervi a fior di pelle, sono disperati.
Come confermato in Abruzzo, loro possono anche pugnalare il Movimento 5 Stelle alle spalle fin che vogliono, ma piuttosto che rivotarli gli elettori o stanno a casa o votano addirittura Salvini.
Per il Pd è davvero finita e non gli resta che la rissa congressuale finale.
Ormai in comune i dirigenti del Pd hanno solo la vergogna per il proprio simbolo e l’obiettivo di spremere lo zoccolo duro (di testa) sperando in una poltrona in extremis.
Se non funzionerà si troveranno un’altra strada.
Come pare stia facendo Renzi.
O almeno è questo che ha scritto nel suo ultimo capolavoro letterario.
Quello che Travaglio tiene sulla mensola nel suo studio anche in una versione arrotolata e stampata su carta morbida, così nel caso non ti piacesse il libro, lo puoi sempre usare per qualcos’altro.
Un’idea intelligente, ecocompatibile e dalle potenzialità terapeutiche.
Renzi conferma di non aver nessuna intenzione né di fare mea culpa, né di smettere di delirare.
Ancora una volta è in perfetta linea col suo maestro Berlusconi, che il Creatore si ostina a lasciare tra noi e pure ad insultarci. Come se il Creatore volesse punire gli italiani per essersi fatti fottere da un delinquente del genere per vent’anni.
In attesa che cessi il supplizio, la grande stampa italica conferma – senza rendersene conto – che il cambiamento c’è eccome.
Per anni hanno dovuto raccontare di scandali di corruzione o di mafia e inimmaginabili porcate politico-massoniche, coi gialloverdi finora si devono accontentare di presunte gaffe, violazioni del bon ton istituzionale, di dress code e scorreggine del genere.
Una scarsità di notizie tale che hanno cominciato ad inventarsele.
Brodaglia fake in salsa pessimista come gradito ai loro padroni.
Pd e Forza Italia hanno ormai capito che gli italiani non li rivoterebbero nemmeno con una pistola puntata alla tempia, così mirano allo sfascio e a quello che rimane il loro vero sogno nel cassetto e cioè una bella ammucchiata governativa come ai vecchi tempi con qualche tecnico salvatore della patria.
Poveracci, non si rendono conto che se riuscissero a boicottare il cambiamento, si troverebbero i Gilet Gialli fuori dalle loro redazioni e pure imbufaliti.
Ma se l’ammucchiata si rivelasse impossibile, allora mille volte meglio tifare per il Capitano.
Dietro a Salvini scalpitano i trombati del centrodestra che vogliono andare all’incasso dei generosi sondaggi.
Dietro a Salvini scalpitano i trombati di centrosinistra che contro di lui risfodererebbero le magliette con la faccia del Che e rilancerebbero la Revolución rolexista e poltronista.
Ma a Salvini non conviene rompere adesso.
Se tornasse subito con Berlusconi, gli salterebbe la maschera del bravo ragazzo che piace tanto alle nonne e rassicura le zie. Il consenso di Salvini è esploso da quando ha firmato il contratto di governo col Movimento 5 Stelle, da quando frequenta buone compagnie e non disdegna di sorridere e d’indossare le pantofole.
Ma come insegnano nonne e zie, basta un balordo per rovinare una bella compagnia.
E così, più passa il tempo più Salvini si rifà una reputazione, mentre il Movimento perde la sua.
Di questo passo Salvini potrà andare all’incasso da solo, per questo non ha fretta.
Il tempo gioca dalla sua parte.
Sa che più costringe il Movimento a cedere, più lo indebolisce. Cosa che sa benissimo anche tutto il vecchio regime che infatti usa Salvini come un’arma impropria per colpire il Movimento.
Il vecchio regime sprona Salvini a resistere e provocare, e quando il Movimento cede, allora opposizioni e giornalai si scatenano dalle retrovie contro l’unica forza innovativa nel panorama politico italiano.
Quindi il vero ostacolo al ritorno ai bei tempi che furono.
Quindi il nemico pubblico numero uno.
Il Movimento deve capire quanto Salvini sia in buona fede e quanto invece stia speculando su questa situazione a lui favorevole.
Lo deve affrontare.
Non può accettare ambiguità e provocazioni come sulla TAV.
Salvini deve dimostrare quanto vuole davvero il cambiamento e quanto invece si stia prestando al gioco sporco del vecchio regime.
Le botte isteriche del Pd fanno piangere, i deliri renzusconiani fanno ridere, i giornalai fanno incazzare, ma è l’abbraccio con Salvini il vero nodo politico che il Movimento deve risolvere per il suo bene, e per quello di milioni di cittadini che hanno creduto al cambiamento e non hanno nessuna intenzione di arrendersi.
