venerdì 15/02/2019

CASO DICIOTTI

I 5 giorni – Tanto è durato il sequestro della Diciotti da parte di Salvini, secondo i magistrati 

La Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato deciderà martedì 19 febbraio sulla richiesta dei giudici del Tribunale dei ministri di Catania che vorrebbero poter processare il ministro dell’Interno, Matteo Salvini per la gestione dei migranti della Nave Diciotti. Ma già le prossime ore saranno determinanti in casa 5 Stelle per la posizione da assumere al momento del voto: per fare il punto della situazione sarebbe previsto per lunedì un incontro con il leader, Luigi Di Maio. Fin d’ora è certo che sono fortissimi i dubbi sui contenuti della proposta che Maurizio Gasparri ha deciso di sottoporre alla Giunta. Che conclude che debba essere negata l’autorizzazione a procedere nei confronti del capo della Lega, ma soprattutto contiene motivazioni che, per usare un eufemismo, in molti definiscono aberranti giuridicamente. E che, da un punto di vista politico, sono bollate con una parola particolarmente evocativa dalle parti dei 5 Stelle: un trappolone.

È il caso di Mattia Crucioli, uno dei sette senatori a Cinque stelle che siede in Giunta. Che medita di bocciare la proposta del relatore, sempre che rimanga così com’è. “Gasparri arriva a sostenere che per decidere se mandare a processo Salvini bisogna limitarsi alla valutazione delle finalità del governo. Ma la sacrosanta autonomia dell’esecutivo non può essere svincolata dai mezzi che vengono scelti per perseguirne la funzione: è una affermazione grave. Direi aberrante, da stato di polizia. Il movente governativo invece non può essere una licenza di fare tutto ciò che si vuole, a prescindere” dice Crucioli che sottolinea come vada scongiurata una deriva potenzialmente rischiosissima. La decisione sul caso Diciotti deve servire, dunque, per fissare paletti molto chiari per il futuro. Salvini è avvisato.

“Il mezzo deve essere sempre sindacabile se non è proporzionato al fine. Nella ricostruzione di Gasparri manca completamente quale sia il bilanciamento costituzionale tra le finalità pubbliche perseguite e i diritti che in nome di quelle finalità vengono compressi” dice Crucioli parlando della proposta. Che – suggerisce – rappresenta di per sé un pericolosissimo precedente. “Se non verrà profondamente modificata ritengo in tutta coscienza di non poterla votare. Credo che il Movimento debba impegnare la Lega su questa modifica che ritengo indispensabile: se il Carroccio ne condividerà i contenuti, bene. Altrimenti, personalmente, farò metter agli atti il mio no alla proposta Gasparri”.

La relazione non piace neppure a Pietro Grasso di LeU che non ha ancora deciso la posizione da adottare rispetto all’autorizzazione a procedere che chiedono i magistrati. Ma anche per lui la proposta Gasparri è irricevibile perchè “dice sostanzialmente che il fine giustifica i mezzi, nel senso che se il fine è politico, qualsiasi modalità può essere adottata. Questo mi pare non si possa accettare senza una valutazione. E su questo si baserà il giudizio politico”.

Chi di modificare la proposta Gasparri non vuol sentir proprio parlare è il Pd. Che rispetto al voto sull’autorizzazione contro Salvini intravvede una occasione che pare ghiottissima. Ossia metter in difficoltà nera i 5 Stelle, incalzati ieri da Renzi che è tornato a farsi sentire sui lavori della Giunta dopo aver dato la linea ai suoi già la scorsa settimana. “Il no all’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini per M5s sarebbe il più incredibile dietrofront della storia. Ma pur di mantenere la poltrona credo che questi voteranno tutto. Sono passati dal gridare onestà a dare il salvacondotto a Salvini pur di stare al governo” ha detto, presentando alla stampa estera il suo nuovo libro. Dove ha suonato la carica contro i pentastellati. Qualche ora prima a parlare era stato il senatore dem, di stretta osservanza renziana, Francesco Bonifazi. Che in Giunta ha precisato di non essere d’accordo con le conclusioni della relazione Gasparri che dicono no all’autorizzazione a procedere contro Salvini. Ma che si opporrà alla proposta di modificarla nel senso indicato dai 5 Stelle. A cui insomma va fatto bere il calice più amaro possibile.

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